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sabato, 23 Novembre, 2024
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Le trasferte finanziate dal ministero: chi ricatta Sangiuliano?

Maria Rosaria Boccia ha rilasciato un’intervista esclusiva alla Stampa in cui difende la sua posizione riguardo alla mancata nomina a consulente del Ministero della Cultura. Questo intervento giunge dopo le dichiarazioni del Ministro Gennaro Sangiuliano e un suo post sui social. Boccia sottolinea che le trasferte con il ministro erano finanziate dal Ministero, supportando le sue affermazioni con mail di conferma, e accusa qualcuno di ricattare Sangiuliano per vantaggi ottenuti.

Durante l’intervista, Boccia denuncia di essere stata etichettata in vari modi dalla stampa, da influencer a ricattatrice, e si chiede chi realmente stia alimentando il gossip. Riferendosi alla situazione di potere, rivendica che l’accusa di ricatto non venga da lei, ma da chi occupa posizioni di potere.

Sangiuliano, nel corso di un’intervista con il Tg1, ha affermato di non essere ricattabile, esplicitando che i pagamenti delle trasferte sono stati effettuati privatamente, non tramite fondi pubblici. Ha mostrato documenti che attestano i pagamenti fatti con la sua carta personale e ha chiesto scusa alla moglie e alla premier Giorgia Meloni per il comportamento inappropriato, evidenziando l’impatto morale della situazione.

Le critiche nei confronti del governo e della Rai sono state immediate, con il Partito Democratico e i partiti di opposizione che accusano il Ministro di sfruttare i mezzi pubblici per giustificarsi invece di rispondere in Parlamento. La senatrice Simona Malpezzi e altri hanno sottolineato l’esigenza di trasparenza e rispetto delle istituzioni, mentre la presidente della Vigilanza Rai, Barbara Floridia, ha messo in dubbio il comportamento del governo.

Inoltre, Sangiuliano ha confermato un colloquio con Giorgia Meloni, nel quale ha ribadito che non sono stati spesi soldi pubblici per Boccia, sostenendo che quest’ultima non ha avuto accesso a documenti riservati relativi all’organizzazione del G7 Cultura. Questo incontro, durato oltre un’ora e mezza, ha sfociato in una nota ufficiale in cui il ministro sostiene la correttezza delle sue dichiarazioni. La vicenda continua a suscitare polemiche e domande sull’operato del governo e sulla trasparenza delle nomine pubbliche.

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