Negli ultimi eventi in Libano, la situazione si fa sempre più tesa. Recentemente, un importante leader di Hezbollah, Ibrahim Aquil, è stato ucciso, segnando un’ulteriore escalation nel conflitto. Aquil era sotto la sorveglianza degli Stati Uniti, con una taglia di 7 milioni di dollari sulla sua testa. La sua eliminazione ha portato alla morte di 11 alti comandanti del gruppo militante, mentre si sospetta che Hezbollah stesse pianificando un attacco il 7 ottobre in Galilea, secondo informazioni del Mossad.
A confermare l’intensificarsi del conflitto vi è un video inquietante in circolazione, registrato durante un raid israeliano a Qabatya, in Cisgiordania, che mostra soldati israeliani mentre dismettono corpi di palestinesi, creando imbarazzo all’IDF (Forze di Difesa Israeliane). John Kirby, portavoce della Casa Bianca, ha definito le immagini “profondamente inquietanti”.
Le minacce di Hezbollah di una possibile invasione di terra sono state rimarcate da Hassan Nasrallah, il leader del gruppo, che ha dichiarato di voler “punire Israele”. Tuttavia, esperti come Andrea Margelletti del Ce.S.I. avvertono che, nonostante il significativo arsenale di Hezbollah – stimato in 65 mila razzi e 150 mila missili – il gruppo non possiede la capacità di eseguire un’invasione efficace in Galilea. Inoltre, la presenza delle forze di pace dell’ONU, Unifil, e l’alta vigilanza delle truppe israeliane rappresentano ostacoli significativi.
Dall’altra parte, il Wall Street Journal suggerisce che Israele potrebbe considerare un’invasione del sud del Libano. Tuttavia, questa operazione presenterebbe costi elevati e rischi significativi, dato che la comunità internazionale potrebbe non approvare tale azione. Invadere per occupare il territorio libanese non appare sensato e Israele potrebbe preferire condurre attacchi mirati contro le basi di Hezbollah, sfruttando la propria superiorità tecnologica. Recentemente, in tre giorni di cyber-attacchi, Israele ha neutralizzato circa 3.000 operativi di Hezbollah.
In sintesi, la possibilità di una tregua rimane lontana, con entrambe le parti pronte a continuare la loro strategia. La situazione rimane instabile e carica di tensione, segnando un incerto futuro per la regione.