La situazione nel villaggio cristiano di Qlayaa, nel Libano meridionale, è diventata critica a causa delle crescenti tensioni tra Israele e Hezbollah. I residenti rimasti, circa 100, si sono rifugiati in chiesa, temendo l’ordine di evacuazione. Padre Pierre, il sacerdote del villaggio, ha affermato che la comunità ha deciso di rimanere nonostante le difficoltà, esprimendo paure ma anche una forte volontà di non abbandonare la terra dei loro antenati. I villaggi cristiani di Qlayaa, Rmaych e Marjayoun, situati vicino alla Blue Line, sono stati sorpresi da un avviso dell’esercito israeliano che ordinava l’evacuazione per motivi di sicurezza, mentre le operazioni militari israeliane contro Hezbollah si intensificano.
Fino a quel momento, i villaggi cristiani erano stati protetti grazie alla loro neutralità, ma ora si trovano in una situazione di crescente vulnerabilità. Israele sembra avere l’intenzione di allontanare i cristiani da queste zone strategiche. La situazione si è aggravata con le azioni militari israeliane che hanno colpito anche postazioni delle Nazioni Unite, e l’ansia cresce tra i residenti. Le famiglie affrontano un crescente isolamento e difficoltà logistiche, con ospedali e farmacie chiusi e le strade bombardate, rendendo difficile accedere ai beni di prima necessità.
La rete di telecomunicazioni è gravemente danneggiata, creando problemi di comunicazione. La scarsità di carburanti limita ulteriormente gli spostamenti. La minaccia di insicurezza alimentare si sta intensificando, spingendo le organizzazioni locali e internazionali a coordinare aiuti che sono riusciti ad arrivare grazie agli sforzi congiunti. Diverse migliaia di persone rimangono nei loro villaggi, tra cui circa 4.000 maroniti a Rmaych e 1.500 a Qlayaa.
In un contesto di isolamento e paura, le comunità locali si uniscono per affrontare la crisi, ma la precarietà della loro situazione è palpabile. I negoziati internazionali hanno cambiato la loro natura, influenzando ulteriormente la dinamica tra Hezbollah e Israele. In questo contesto, la vita quotidiana continua, con celebrazioni e preghiere nel tentativo di trovare speranza in una situazione così angosciante, mentre gli uliveti nei villaggi di Hezbollah bruciano e il pericolo avanza.