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mercoledì, 18 Dicembre, 2024
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Liberazione dai vincoli: la famiglia del pizzaiolo ucciso nel crotonese

I quattro familiari di Francesco Chimirri, il pizzaiolo di Crotone ucciso il 7 ottobre scorso dal poliziotto Giuseppe Sortino, sono stati rilasciati dal carcere e posti agli arresti domiciliari. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha revocato la misura cautelare in carcere che era stata disposta dal Gip di Crotone lo scorso 6 novembre per tentato omicidio aggravato. I familiari rilasciati sono il figlio Domenico, 18 anni, il padre Domenico, 67 anni, e i due fratelli Antonio, 41 anni, e Mario Chimirri, 36 anni.

La vicenda è complessa e si sviluppa in due momenti principali. Secondo le indagini, il 7 ottobre il vice ispettore Sortino ha notato un’auto Dacia Duster che circolava ad alta velocità, provocando due incidenti lievi. Sortino ha deciso di inseguire il veicolo fino al quartiere Lampanaro, dove ha chiesto spiegazioni ai conducenti, Francesco e Domenico Chimirri. Durante l’incontro, Sortino sarebbe stato aggredito, anche con il suo stesso sfollagente, che aveva estratto per difendersi. In quella fase, il poliziotto avrebbe estratto la pistola e sparato a Francesco Chimirri, colpendolo al petto e causandone la morte poco dopo.

Dopo lo sparo, l’aggressione è continuata con l’intervento degli altri familiari. In particolare, il figlio Domenico è stato ripreso dalle telecamere mentre raccoglieva la pistola di Sortino e premendo il grilletto, ma l’arma si inceppava, evitando un ulteriore colpo. I giudici del Riesame hanno escluso la responsabilità dei fratelli e del padre di Francesco Chimirri per il tentativo di omicidio, ritenendo non provata la loro aggressione nei confronti di Sortino al momento dello sparo. Hanno invece riqualificato il comportamento di Domenico Chimirri come lesioni personali, riservando il tentato omicidio per le azioni successive allo sparo.

La decisione del tribunale ha ribaltato la visione iniziale del Gip di Crotone, confermando le argomentazioni della difesa dei Chimirri, evidenziando che al momento dello sparo Sortino non era aggredito da più persone. Gli avvocati Andrea Filici e Tiziano Saporito hanno accolto con favore questa pronunciamento, sottolineando la correttezza della difesa fin dall’inizio delle indagini.

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