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L’IDF smentisce la liberazione degli ostaggi di Hamas a Gaza: tre volte la verità

Durante la giornata si sono diffuse voci sulla presunta liberazione di ostaggi, con numerosi post su X e Telegram che provenivano anche da Gaza. Alcuni di questi facevano riferimento ad elicotteri militari atterrati in ospedali di Tel Aviv, noti per trasportare soldati feriti. Tuttavia, il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, ha categoricamente smentito tali affermazioni, ribadendo che non ci sono verità nelle notizie relative al rilascio di ostaggi. In un post su X, ha esortato le persone a fidarsi solo degli annunci delle autorità ufficiali, avvisando di evitare di diffondere voci infondate che potrebbero nuocere alle famiglie dei rapiti. Ha chiarito che nessun israeliano detenuto a Gaza è stato rilasciato.

Nella stessa giornata, Shira Elbag, madre di una soldatessa prigioniera a Gaza dal 7 ottobre, ha espresso la sua angoscia ai media locali in risposta alle false notizie. Ha raccontato di una frenesia che ha colpito molte persone che hanno iniziato a ricevere messaggi sul presunto salvataggio dei rapiti, menzionando avvenimenti a Jabaliya e Rafah. Elbag ha riferito di una notte insonne, con lei e la sua famiglia che hanno preso sedativi nel tentativo di trovare un po’ di sollievo. I nomi citati nei messaggi erano specifici e coincidevano con quelli delle famiglie frequentemente menzionate dai media, alimentando l’ansia e la speranza delle famiglie. La madre ha ipotizzato che si potesse trattare di disinformazione, suggerendo che forse fosse opera di qualche bot iraniano.

La situazione in Gaza continua a essere tesa e carica di emozioni, con le famiglie che vivono nell’incertezza e nel timore. L’emergere di notizie false ha creato ulteriore confusione e angoscia tra coloro che aspettano notizie sui propri cari. La risposta dell’Idf a queste voci ha mirato a calmare la situazione, sottolineando l’importanza di fonti ufficiali e avvertendo contro la diffusione di informazioni non verificabili, che possono soltanto aggravare la sofferenza delle famiglie di ostaggi.

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