Un’infermiera di Torre Annunziata è sotto inchiesta interna da parte dell’ASL Napoli 3 dopo essere diventata popolare su TikTok come chiromante e sensitiva. I suoi video, che utilizzano un linguaggio controverso e colorito, hanno sollevato preoccupazioni etiche, specialmente riguardo alla sua interazione con anziani, generalmente pazienti vulnerabili. Le accuse includono richieste inadeguate di denaro e comportamenti inappropriati verso i suoi assistiti.
L’inchiesta è stata avviata dopo una denuncia dell’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”, che si batte per la difesa del personale sanitario. L’associazione ha sottolineato come la condotta della donna possa compromettere la dignità professionale e nuocere agli anziani, un gruppo particolarmente suscettibile alle influenze negative. I video pubblicati dall’infermiera hanno suscitato allerta per toni minatori nei confronti di chi la criticava.
L’ASL ha confermato di aver avviato un’istruttoria interna e ha messo in evidenza la possibilità di una sospensione dal servizio. Ha spiegato che, a seguito della relazione del servizio ispettivo, potrebbero presentarsi ulteriori azioni legali, compresa la comunicazione alla Procura della Repubblica. Testimonianze di familiari, medici e colleghi suggeriscono che gli anziani assistiti dall’infermiera potrebbero essere in una situazione di rischio per la loro salute e sicurezza.
Dolore è stato espresso per il fatto che, nonostante lei operi nel settore sanitario pubblico, l’infermiera avrebbe anche avviato un’attività di chiromanzia, chiedendo donazioni a chi desiderava conoscere il proprio futuro. Questo aspetto ha destato un’ulteriore preoccupazione riguardo alla sua attitudine professionale e alla possibile violazione delle norme etiche.
La questione ha anche attirato l’attenzione di politici, come il deputato Francesco Emilio Borrelli, il quale ha chiesto di verificare possibili casi di cure inadeguate negli anziani assistiti dalla donna. Le implicazioni legali della sua condotta appaiono complesse, poiché potrebbero configurarsi non solo come violazioni professionali, ma anche come truffa o maltrattamento.
L’esito dell’inchiesta dell’ASL determinerà il futuro dell’infermiera, ma le accuse hanno già avviato un dibattito più ampio sulla deontologia professionale e l’uso dei social media nel settore sanitario.