L’Intelligenza Artificiale (AI) ha cominciato a occupare un ruolo centrale nella creazione artistica, sostituendo strumenti tradizionali come pennelli e tele. Un esempio significativo di questa evoluzione è l’esposizione “AI Yoga per Intelligenze Artistiche,” curata da Valerio Borgonuovo al MEET Digital Culture Center di Milano. La mostra esplora il connubio tra tecnologia e creatività, mostrando come gli artisti possano integrare l’AI nelle loro opere.
Lenovo ha fornito ai partecipanti un dispositivo innovativo, il Copilot+ PC, dotato di un’unità di elaborazione neurale (NPU) che permette di eseguire in tempo reale fino a 45 trilioni di operazioni al secondo, senza necessità di connessione a server esterni. Questa capacità consente agli artisti di generare opere d’arte in modi impossibili da raggiungere con mezzi tradizionali.
Un aspetto interessante di questa mostra è l’uso dell’AI come estensione del pensiero artistico. Andrea Meregalli, con la sua installazione “You Are Making Art,” illustra come l’interazione del pubblico con un sistema di AI possa generare ritratti digitali in continua evoluzione. Qui l’artista diventa un mediatore e il pubblico un co-creatore, evidenziando la collaborazione tra umano e macchina.
Mattia Piatti, con “Ginkgo Biloba Archive,” mostra come l’AI possa creare rappresentazioni visive dettagliate e profonde delle foglie di un albero antico, superando le limitazioni della fotografia tradizionale. In questo caso, l’AI amplia le possibilità creative, permettendo agli artisti di esaminare temi complessi.
Accurat Studio, con il progetto “Painters In The Making 3.0,” utilizza l’AI per analizzare otto secoli di arte occidentale. Questo strumento non solo invita a riflessioni sulle interpretazioni artistiche, ma stimola nuove forme di creazione, incoraggiando un dialogo sul rapporto tra dati e arte.
La mostra invita a pensare al futuro dell’arte nell’epoca dell’AI, esplorando come la tecnologia possa ridefinire la creatività umana. L’opera “Brave New World – Dancing with the Machine” di Lorenzo Bacci e Flavio Moriniello presenta un’analisi di una società distopica, in cui l’AI non solo documenta la cultura rave, ma amplifica la narrazione visiva, suggerendo una fusione tra realtà digitale e fisica. Questa riflessione sul potere dell’AI nell’arte rappresenta un momento cruciale nel dialogo tra creatività e tecnologia.