Diversi membri dell’Opec+, tra cui Arabia Saudita e Russia, hanno annunciato l’estensione dei tagli alla produzione di petrolio fino alla fine di dicembre per affrontare il crollo dei prezzi. Otto Paesi hanno concordato di prolungare di un mese i tagli volontari alla produzione di 2,2 milioni di barili al giorno. Questi includono anche Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Kazakistan, Algeria e Oman. La decisione mira a sostenere i prezzi del petrolio, con il greggio statunitense WTI e il Brent attualmente intorno ai 70 dollari, in un contesto di domanda incerta e offerta in rallentamento.
Nel 2016, Opec e i suoi alleati, guidati dall’Arabia Saudita e dalla Russia, hanno creato un accordo chiamato Opec+ per aumentare la loro influenza nel mercato petrolifero. Attualmente, l’alleanza di 22 membri mantiene sottoterra quasi sei milioni di barili attraverso tre meccanismi, sia collettivi che con tagli volontari. I ministri dei membri dell’Opec si riuniranno a inizio dicembre a Vienna, ma l’annuncio di domenica indica che gli otto Paesi coinvolti nei tagli volontari hanno già deciso di non aumentare la produzione fino all’inizio del 2025. Questo ritardo di almeno tre mesi è significativo rispetto al piano iniziale, poiché durante l’ultima riunione ministeriale di giugno era stata espressa l’intenzione di aumentare la produzione a partire da ottobre.
Tuttavia, l’alleanza si è mostrata cauta, mantenendo la possibilità di rivedere questa decisione in qualsiasi momento. Negli ultimi mesi, i prezzi del petrolio sono stati influenzati da incertezze economiche, specialmente in Cina, l’attuale primo consumatore mondiale di petrolio e principale motore della crescente domanda globale, e negli Stati Uniti, dove ci si aspetta fragilità economica in vista delle elezioni americane del 5 novembre. La strategia di Opec+ riflette, dunque, una risposta alle attuali condizioni del mercato e alle sfide economiche globali, cercando di stabilizzare i prezzi in un contesto di instabilità.