2 Ottobre 2024

Maestra 64enne precaria accetta di insegnare alle Isole Tremiti: la rinascita della scuola dell’infanzia

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Un momento molto significativo ha segnato la riapertura della scuola dell’infanzia delle Isole Tremiti, grazie alla disponibilità della maestra Michela Liuzzi, 64 anni, residente ad Apricena. Dopo che due insegnanti designate avevano rifiutato l’incarico, Liuzzi ha accolto la sfida nonostante le difficoltà, in particolare il viaggio in traghetto necessario per raggiungere l’arcipelago, che è rimasto senza scuola dal 2003 per mancanza di alunni. Quest’anno, con soli sette studenti iscritti, la scuola rischiava di rimanere chiusa nuovamente, ma l’entusiasmo della maestra ha permesso di evitare questo esito.

Liuzzi ha deciso di stabilirsi sull’isola dal lunedì al venerdì, con la speranza di tornare a casa, “meteo permettendo”, durante il fine settimana per incontrare suo marito. I suoi figli, invece, risiedono a Roma. Nonostante l’età e la prossimità della pensione, la maestra ha sottolineato il suo amore per l’insegnamento e per i bambini, impegno che si espande anche al suo ruolo di catechista e volontaria nella parrocchia di Apricena. La sua motivazione a lavorare nelle Isole Tremiti è evidente nella gioia espressa nel suo arrivo, evidenziando anche la calorosa accoglienza ricevuta dalle famiglie degli alunni.

La sindaca delle Tremiti, Annalisa Lisci, ha accolto con entusiasmo la nuova insegnante, indicando la riapertura della scuola come l’inizio di un nuovo capitolo ricco di energia positiva per l’arcipelago. Questo evento rappresenta non solo un passo fondamentale per l’istruzione locale, ma anche un segno di speranza per il futuro della comunità, che potrà contare su un luogo di apprendimento e socializzazione per i più piccoli.

In un contesto in cui la mancanza di insegnanti ha messo a rischio il funzionamento delle scuole, l’impegno di Michela Liuzzi rappresenta un esempio di dedizione e passione per l’educazione. La sua scelta di insegnare in un luogo così remoto e il supporto delle istituzioni locali sottolineano l’importanza di mantenere vive le scuole in zone meno popolose, contribuendo così al benessere delle nuove generazioni.

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