Salvatore Casciaro, segretario generale dell’Associazione internazionale dei giudici, ha espresso pesanti critiche riguardo al disegno di legge governativo sulla separazione delle carriere dei magistrati, durante un incontro a Città del Capo. Secondo Casciaro, il provvedimento si scontra con i principi fondamentali dello stato di diritto riconosciuti dall’Unione europea. Ha sostenuto che un Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) “frammentato” e ridotto nelle sue funzioni essenziali non sarà in grado di mantenere l’indipendenza della magistratura dalla politica né garantirà una visione d’insieme per assicurare l’efficienza del sistema giudiziario.
Casciaro ha messo in guardia sul rischio che i pubblici ministeri, isolati dalla giurisdizione, possano subire ingerenze politiche. Ha sollecitato il governo a chiarire i reali pericoli della riforma per i cittadini. Il ddl, firmato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, modifica vari aspetti del codice penale e del codice di procedura penale. Una delle modifiche più significative è l’abrogazione della norma sul pubblico ufficiale che causa danni o si procura vantaggi illeciti, abolendo la configurazione del reato di abuso d’ufficio.
Il governo ha anche reintrodotto una copertura penale parziale per gli abusi patrimoniali dei pubblici ufficiali, prevedendo pene tra 6 mesi e 3 anni, a patto che non ci siano margini di discrezionalità. Altre modifiche riguardano il reato di traffico di influenze, restringendo il suo campo d’applicazione e aumentando le pene minime. Anche le intercettazioni subiscono modifiche: solo le informazioni rilevanti devono essere incluse, mentre le comunicazioni relative a soggetti estranei devono essere escluse se non essenziali.
Per la garanzia delle informazioni, solo una descrizione sommaria dei fatti indagati sarà presente nell’avviso. L’indagato avrà il diritto di essere interrogato prima che venga disposta una misura cautelare. Verrà anche istituito un organo collegiale di tre giudici per l’adozione delle ordinanze di custodia cautelare, mentre si limita la possibilità di appello del Pm contro sentenze di assoluzione. Infine, l’età massima per i giudici popolari in Corte d’Assise sarà fissata a 65 anni, requisito da rispettare solo al momento della nomina.