La legge di bilancio 2025 approderà in aula domani alle 8 per la discussione generale, con votazioni programmate a partire dalle 11 e la questione di fiducia da porre. A partire da venerdì 20 dicembre, la votazione avverrà per appello nominale con dichiarazioni di voto alle 9:30, e si prevede che i lavori si concludano entro la giornata. La manovra ha ricevuto l’approvazione dalla commissione Bilancio con l’incarico ai relatori di maggioranza. Gli ultimi giorni di lavoro sono stati caratterizzati da ritardi e polemiche tra i partiti.
La legge di bilancio 2025, ammontante a circa 30 miliardi, prevede interventi significativi, tra cui la riduzione strutturale del cuneo fiscale per i redditi fino a 40.000 euro e il passaggio a tre aliquote Irpef. Questo intervento costerà circa 18 miliardi e mira ad alleviare l’impatto dell’inflazione sui redditi medio-bassi, lasciando circa 100 euro in più in busta paga.
La stesura della manovra è stata vincolata dagli impegni previsti nel piano di bilancio a sette anni, in linea con le nuove normative del patto di stabilità dell’UE. Per rispettare l’obiettivo di un rapporto deficit/Pil sotto il 3% entro il 2026, è stata attuata una rigorosa revisione della spesa. Le previsioni di crescita del Pil per il 2024 sono state ridotte, con il governo che ha previsto un incremento dello 0,5% rispetto all’1% inizialmente previsto.
Le risorse sono state focalizzate su pochi ambiti, come il taglio del cuneo fiscale e il sistema sanitario, con un finanziamento aggiuntivo di 1,3 miliardi, e su politiche per affrontare l’inverno demografico. Inoltre, si stanno semplificando le spese fiscali. Per finanziare la manovra, è previsto un anticipo delle imposte differite dalle banche e assicurazioni per circa 3,5 miliardi.
Il ministro dell’Economia ha richiesto “sacrifici” agli istituti di credito e si registra un taglio di circa 3 miliardi alle spese ministeriali. Le opposizioni esprimono critiche riguardo alla manovra, in particolare sul finanziamento del settore sanitario. Il sindacato Cgil ha proclamato uno sciopero generale, denunciando l’assenza di misure sul tema pensioni e lavoro. La discussione si è accesa anche su provvedimenti relativi agli incarichi retribuiti dai parlamentari, con modifiche che riguardano la possibilità di accettare contributi durante il mandato. Inoltre, è stata cancellata la proroga sui pedaggi autostradali.