La Manovra finanziaria è attualmente in fase di esame da parte della commissione Bilancio della Camera, con l’obiettivo di dare il mandato al relatore entro il 17 dicembre prima delle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo. Il Governo punta ad ottenere il via libera della Camera il 20 dicembre, probabilmente attraverso un voto di fiducia. Se la commissione non completasse l’esame degli emendamenti entro domani, i lavori proseguirebbero, mentre se terminassero in tempo, la manovra potrebbe essere discussa in Aula mercoledì.
Il clima rimane teso, con il PD e l’Alleanza Verdi-Sinistra che protestano per l’assenza dei propri emendamenti nei fascicoli presentati dal governo. In risposta, il sottosegretario Federico Freni ha cercato di rassicurare riguardo alla stabilità della manovra. Tra le proposte approvate, spicca il rifinanziamento del Reddito di Libertà, destinato a supportare economicamente le donne vittime di violenza, con un incremento di 1,1 milioni di euro all’anno dal 2025, accolto con un voto unanime. Tuttavia, l’emendamento “legge Griseri”, che prevedeva tutele per i lavoratori colpiti da maltempo, è stato bocciato.
Il finanziamento per la ricerca clinica sarà incrementato, con 4 milioni di euro nel 2025 e 3 milioni per il biennio successivo, mentre il Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo sarà aumentato di 2,5 milioni di euro dal 2025 al 2027. Riconoscimenti anche per la cybersicurezza con 200 milioni previsti nel 2025, oltre a un fondo specifico per combattere il reclutamento illegale di manodopera straniera.
In ambito previdenziale, è stata introdotta la possibilità per i neo-assunti di versare contributi pensionistici maggiorati. Inoltre, dal 2025, gli antibiotici per infezioni da germi multiresistenti potranno accedere al Fondo per il rimborso delle spese sanitarie, mentre tre milioni di euro saranno destinati a protesi per attività sportiva per disabili. Infine, è stato bocciato l’emendamento unitario delle opposizioni che chiedeva maggiori fondi per il Sistema sanitario nazionale, mostrando così divisioni tra maggioranza e opposizione in merito alle necessità di finanziamento pubblico.