Con Aldo Manuzio è nata la lettura per diletto, con il libro che si è adattato al lettore, dando origine a una pratica di lettura silenziosa e individuale per piacere. Durante un panel intitolato “La cultura che unisce. Da Manuzio all’ebook” alla Buchmesse di Francoforte, Umberto Vattani, ambasciatore d’Italia in Germania e presidente della Venice University, ha sottolineato come Manuzio e Steve Jobs abbiano entrambi creato esigenze nella società, con il primo che aveva inventato il concetto di lettura per svago e il secondo il bisogno di smartphone. Vattani ha evidenziato che se nei libri di Manuzio non ci sono errori, negli smartphone si trova un’ampia varietà di informazioni, a volte contraddittorie.
Manuzio, un importante tipografo veneziano, ha rivoluzionato la storia del libro alla fine del 1400 e all’inizio del 1500, riducendo le dimensioni del libro stesso. Ha innovato piegando il foglio in otto parti, segnando il nome dell’autore sul frontespizio e creando il primo logo editoriale, l’ancora, simbolo di prudenza, e il delfino, simbolo di velocità, con un invito a procedere con cautela e senza errori. Massimo Bray, ex ministro e direttore generale dell’Istituto Enciclopedia Italiana Treccani, ha evidenziato l’importanza di Manuzio nell’approccio ai manoscritti, sostenendo che non si trattava solo di copiarli, ma di conoscerli per diffonderli.
La modernità di Manuzio risiede nel suo compreso valore di diffusione dei libri, considerandoli strumenti democratici accessibili anche a chi non era colto. Bray ha fatto riferimento al titolo della manifestazione, “Radici nel futuro”, collegandolo al centenario della Treccani, che da un secolo conserva un patrimonio culturale. Ha concluso affermando che, nonostante le sfide poste dalle tecnologie digitali, è possibile vincere il confronto e che la cultura italiana può raggiungere le nuove generazioni.
La manifestazione, che ha avuto luogo a Francoforte, ha messo in luce l’importanza del patrimonio culturale italiano e il suo potenziale nel dialogo con le nuove tecnologie.