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martedì, Ottobre 8, 2024
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Marini: Fumata Nera tra Schede Bianche e Voti Non Espressi

Questa mattina, intorno alle 11, la decisione di rinunciare a Francesco Saverio Marini come candidato per l’elezione del giudice costituzionale è stata presa. Fino a ieri, intensi contatti tra Palazzo Chigi e i capigruppo del centrodestra hanno cercato di chiarire i numeri necessari per procedere con l’operazione, ma è emersa una mancanza di voti e si è deciso di optare per schede bianche. Nonostante tutte le forze di maggioranza avessero comunicato l’elenco degli assenti, tra cui malati e impegnati in missioni, il risultato finale è stato negativo: 323 schede bianche (ne servivano almeno 363) e nessun voto a favore di Marini.

Molti membri del centrodestra, pur presenti, hanno scelto di non votare dopo aver deciso per la scheda bianca. In Fratelli d’Italia, giovedì scorso, diversi esponenti erano assenti, tra cui Giorgia Meloni. Anche Forza Italia e la Lega hanno segnato molte assenze, con diversi parlamentari cruciali non presenti. Queste assenze hanno portato a una fumata nera nella votazione.

Le polemiche riguardo al presunto conflitto di interessi di Marini sono emerse, ma fonti di FdI hanno chiarito che non c’è nulla di male se, prima di diventare giudice, Marini fosse un consigliere giuridico del premier. Tommaso Foti di FdI ha sottolineato che le critiche al candidato mirano a ostacolare le istituzioni e ha invitato la coalizione oppositrice a prendersi le proprie responsabilità. In aula, il centrosinistra, che ha boicottato il voto affermando di aver “bloccato” la maggioranza, ha chiesto di aprire un dialogo con le opposizioni.

Si vocifera che nei giorni scorsi il centrodestra avesse aperto un dialogo con i 5 Stelle e le minoranze, mentre si ribadisce che colmare il vuoto nella Corte Costituzionale sia un dovere istituzionale. Ora l’attenzione è rivolta al 12 novembre, data in cui la Consulta dovrà esprimersi sui ricorsi contro la riforma dell’Autonomia, e si prevede una battaglia sulla separazione delle carriere durante la prossima seduta della commissione Affari costituzionali di Montecitorio.

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