Ripudiare gli ideali che aveva sostenuto fino a poco tempo fa sta costando caro a Mark Zuckerberg, che si trova di fronte a una crisi reputazionale in vista dell’arrivo del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Secondo quanto riportato dal New York Times, questa situazione ha colto di sorpresa anche i dipendenti di Meta. La recente decisione di Zuckerberg di eliminare il fact-checking, fondamentale per combattere le fake news su Facebook e Instagram, è stata seguita dalla sospensione dei programmi dedicati alla diversità, equità e inclusione (Dei). Non ci sarà quindi più un team dedicato alla protezione delle minoranze durante le assunzioni, la formazione e la selezione dei fornitori.
Meta ha giustificato questa mossa con una nota della vice presidente delle risorse umane, Janelle Gale, che afferma che «il panorama legale e politico intorno agli sforzi per la diversità, l’equità e l’inclusione negli Usa sta cambiando». La Corte Suprema ha recentemente preso decisioni che influenzano come i programmi Dei saranno trattati, suggerendo che il significato di tali programmi si sia trasformato, con alcuni che li vedono come un trattamento preferenziale per determinate categorie. La nuova direzione di Meta prevede di applicare «pratiche eque e coerenti che mitigano i pregiudizi per tutti, indipendentemente dal background», mirando a evitare favoritismi nella rappresentanza delle minoranze.
Zuckerberg, parlando con il podcaster Joe Rogan, ha affermato di avere ora un controllo maggiore sulle politiche dell’azienda e ha espresso il desiderio di continuare su questa strada. Ha criticato anche l’amministrazione Biden, sostenendo che gli sia stato imposto di censurare determinati contenuti durante la pandemia di Covid, giungendo a considerare inaccettabile il fatto che siano divulgate false informazioni. Biden, dal canto suo, ha ritenuto vergognoso eliminare il fact-checking, affermando che è fondamentale che la verità sia riportata. Secondo il New York Times, questa recente svolta di Zuckerberg potrebbe aiutarlo a ridefinire la sua posizione in vista dell’insediamento di Trump, consentendogli di esprimere più liberamente le sue vere opinioni.