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Maternità surrogata: i medici resistono all’obbligo di denuncia

Il medico ha l’obbligo di curare, un dovere derivante dalla Legge, in particolare dalla Costituzione e dal Codice deontologico, che è supportato dalla Giurisprudenza e prevale su ogni altro obbligo o diritto. Questo impegno è fondamentale per garantire la salute dei pazienti. Secondo l’articolo 365 del Codice penale, il medico è esonerato dall’obbligo di denuncia nei confronti del paziente, specialmente quando il referto potrebbe esporre il paziente a un procedimento penale.

Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), ha risposto alle dichiarazioni della ministra Roccella, che ha affermato che i pubblici ufficiali e i medici dovrebbero denunciare i casi di maternità surrogata “sospetta”, ora considerata reato universale dalla legge recentemente approvata. Anelli ha sottolineato che, pur non ostacolando la giustizia, i medici non devono compiere atti che possano compromettere la relazione di cura, poiché questa relazione è cruciale per la tutela della salute dei cittadini.

La posizione di Anelli evidenzia un equilibrio tra la responsabilità etica e legale del medico e la necessità di mantenere un ambiente di cura sicuro e protettivo per il paziente. Il diritto del medico di non denunciare si ricollega al principio fondamentale della fiducia che deve esistere tra medico e paziente, senza la quale la qualità dell’assistenza sanitaria potrebbe essere compromessa. La priorità deve rimanere sempre la salute e il benessere del paziente, indipendentemente dalle pressioni esterne o dalle nuove norme legislative.

In sintesi, Sanelli evidenzia l’importanza di rispettare i doveri professionali senza compromettere la fiducia nei confronti dei pazienti. Il compito del medico è quello di offrire assistenza e cura, e eventuali incertezze legali non devono interferire con il suo principale obiettivo: garantire la salute dei cittadini. I recenti sviluppi legislativi non devono alterare questa priorità, ma piuttosto stimolare un dialogo costruttivo su come integrare la giustizia e la salute in un contesto di rispetto reciproco.

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