La Commissione Europea ha imposto una multa a Meta di circa 800 milioni di euro per abuso di posizione dominante in relazione al servizio di Facebook Marketplace. Questa sanzione è il risultato di un’indagine antitrust avviata nel giugno 2021, che ha evidenziato come Meta abbia violato le norme antitrust europee. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, ha elogiato il provvedimento, sottolineando l’importanza di contrastare il predominio dei big della rete, che non pagano tasse e distorcono il mercato.
Gasparri ha anche fatto riferimento alla situazione di Google, commentando le valutazioni del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti relative a un potenziale scorporo della compagnia. Ha accolto con favore possibili misure antitrust nei confronti di Google, chiarendo che gli Stati Uniti hanno storicamente preso posizione contro monopoli nel passato, come nel caso delle Sette Sorelle petrolifere.
Il dibattito si è poi spostato sulla web tax. Gasparri ha affermato l’intenzione di perseguire questa tassa, affermando che le critiche ricevute dai rappresentanti dei colossi della rete non fermeranno Forza Italia nel suo impegno. Ha ribadito la necessità di far pagare i grandi gruppi finanziari piuttosto che le piccole e medie imprese, compresi i media.
La multa a Meta è una conseguenza diretta di pratiche anticoncorrenziali legate al servizio Facebook Marketplace, che si avvantaggia di una posizione di distribuzione preferenziale. Secondo la Commissione, la struttura di Meta impone condizioni commerciali sleali ad altri fornitori di servizi pubblicitari online. La Commissione ha sottolineato che gli utenti di Facebook accedono automaticamente a Facebook Marketplace, danneggiando i concorrenti.
Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione, ha affermato che Meta deve cessare tali comportamenti. La multa di 797,72 milioni di euro si basa sulla gravità e durata dell’infrazione, così come sul fatturato di Facebook Marketplace e di Meta nel suo complesso. La Commissione si è impegnata a garantire un mercato equo, mettendo in risalto la necessità di far rispettare le norme antitrust nell’ambito dei servizi di social network e della pubblicità online.