Nicola Bartolini, un ginnasta sardo che ha vinto una medaglia d’oro nei mondiali di corpo libero, ha recentemente condiviso un’esperienza traumatica sui social media. Mentre portava il suo cane a passeggio a Milano, Bartolini è stato aggredito da un ladro. L’atleta ha mostrato segni evidenti della colluttazione, comprese ferite sulla mano e un bernoccolo sulla testa. Racconta con un tono ironico e al contempo serio dell’incidente, rivelando di aver reagito colpendo l’aggressore con diversi pugni.
Bartolini ha sottolineato che l’attacco è avvenuto intorno alle 20, proprio sotto casa sua. Un particolare che ha evidenziato durante la sua testimonianza è la sorte del ladro; invece di riuscire a rubargli il cellulare, ha ricevuto una “grande quantità di pugni in faccia”. Queste parole rivelano il suo stato d’animo di fronte a una situazione violenta e pericolosa, trasmettendo anche un messaggio di denuncia nei confronti della sicurezza nella metropoli.
L’atleta esprime la sua indignazione per la mancanza di sicurezza a Milano, definendola una “giungla di città” e mettendo in luce come eventi del genere accadono frequentemente. In un momento di riflessione, Bartolini si domanda come sarebbe potuta andare a finire la situazione se fosse stata una donna o una persona indifesa a trovarsi al suo posto. Nonostante l’aggressione, Bartolini si considera fortunato per aver subito solo un colpo leggero e manifesta una certa ironia nei confronti del ladro.
La sua testimonianza ha aperto un dibattito più ampio sui temi della sicurezza urbana e della violenza, soprattutto nelle ore notturne. La voce di un campione come Bartolini offre una prospettiva importante su come anche le persone più forti e preparate possano trovarsi in situazioni vulnerabili. La sua esperienza è un richiamo a considerare seriamente il problema della sicurezza nella vita quotidiana e a riflettere sulle conseguenze che questo ha sulla comunità.