La decisione di Washington di inviare mine antiuomo all’Ucraina ha sollevato nuove critiche sull’uso di ordigni in grado di causare morte e mutilazioni indiscriminate tra militari e civili. In risposta, il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha chiarito che le mine fornite saranno “non persistenti”. Queste mine differiscono da quelle impiegate dai russi poiché diventano inerti dopo un certo periodo e richiedono alimentazione a batteria per esplodere. Benchè le specifiche esatte degli ordigni non siano state rese note, il portale ucraino Defense Express suggerisce che si tratti di sistemi a proiettili Adam (Area denial artillery munition). Questi ordigni rientrano nella stessa categoria degli oltre 60.000 proiettili Raam già consegnati all’Ucraina, che includono mine anticarro M741 e M718.
Un proiettile Adam ha una gittata fino a 17,6 km quando sparato da un sistema di artiglieria M109, dispersando mine fino a 600 metri dal punto di impatto. Le mine dispiegate dai proiettili Adam comprendono le mine antiuomo M67 a lunga durata e M72 a breve durata, con un tempo di autodistruzione di 4 o 48 ore. Una volta attivata, la mina genera sette “tripwire”, innescandosi solo tramite corrente elettrica. Se la batteria scende sotto un certo livello, la mina si autodistrugge, e anche se non lo fa, la batteria si scaricherà completamente dopo 14 giorni, rendendo l’ordigno inattivo.
Nonostante le garanzie sulla scarsa persistenza di questi esplosivi, la Croce Rossa internazionale avverte da tempo che anche le mine “intelligenti” possono in modo indiscriminato mettere in pericolo i civili. La reazione russa a tale annuncio non si è fatta attendere; il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che l’amministrazione Biden sta “facendo di tutto” per prolungare il conflitto in Ucraina. La situazione rimane complessa e le preoccupazioni internazionali sul conflitto e sull’uso di armi contro i civili continuano a crescere, evidenziando le profonde divisioni e le tensioni tra le forze coinvolte.