La recente legge di bilancio approvata dal Parlamento ha introdotto significative modifiche al sistema delle detrazioni fiscali, colpendo in particolare il ceto medio-alto, ossia i contribuenti con redditi superiori ai 75.000 euro. Tra le novità più importanti c’è l’implementazione di un principio di quoziente familiare, volto a sostenere le politiche contro l’inverno demografico.
In particolare, per i soggetti con reddito oltre 75.000 euro, le detrazioni saranno calcolate moltiplicando una somma di base per un coefficiente che dipende dal numero di figli a carico. L’importo base stabilito è di 14.000 euro per i redditi tra i 75.000 e i 100.000 euro, e di 8.000 euro per coloro che superano i 100.000 euro. Il coefficiente varia: è di 0,50 se non ci sono figli, 0,70 con uno, 0,85 con due, e 1 con più di due figli o con almeno un figlio disabile.
Sono previste alcune esclusioni dal calcolo del totale degli oneri e delle spese deducibili. Tra queste, le spese sanitarie detraibili, gli investimenti in startup innovative e quelli nelle piccole e medie imprese innovative non sono inclusi nel computo. Questo significa che, per i redditi che vanno da 75.000 a oltre 100.000 euro, le detrazioni non saranno influenzate da queste spese specifiche, mantenendo inalterata la loro detraibilità.
Queste modifiche mirano a una maggiore equità fiscale e a incentivare le politiche familiari, ponendo l’accento sul supporto alle famiglie e sulla necessità di affrontare le sfide demografiche del paese. Tuttavia, il rischio è che i contribuenti con redditi più elevati possano vedere ridotte le loro detrazioni, aumentando quindi il carico fiscale su questa fascia di popolazione.
In sintesi, la legge di bilancio apporta cambiamenti significativi al sistema di detrazioni fiscali, proponendo un nuovo modello di calcolo che tiene conto del numero di figli, con l’obiettivo di favorire le famiglie e contrastare il declino demografico, ma al tempo stesso stringendo le maglie per il ceto medio-alto.