Riparte da Ravenna la storia di Lord Byron con l’inaugurazione del Museo Byron e del Risorgimento, prevista il 29 novembre a Palazzo Guiccioli. Questa dimora storica è stata trasformata in un complesso museale di 2.220 metri quadri distribuiti su due piani, dove si racconta il lungo soggiorno di Byron a Ravenna, il suo amore per Teresa Guiccioli e il suo impegno per la libertà dei popoli, che lo avvicinò agli indipendentisti greci.
Grazie al restauro promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, rivivono le stanze dove Byron scrisse opere celebri come ‘Don Juan’ e ‘Marino Faliero’. L’allestimento interattivo curato da Studio Azzurro immerge i visitatori nell’Ottocento ravennate, evidenziando l’aspetto poetico e patriottico di quel tempo. Il museo ospita anche memorabilia di Teresa, edizioni rare e cimeli risorgimentali, oltre al Museo delle Bambole – Collezione Graziella Gardini Pasini. È diventato anche il quartier generale per la Byron Society in Italia.
Ernesto Giuseppe Alfieri, rappresentante della Italian Byron Society, sottolinea come la Ravenna ottocentesca sia stata poco esplorata nella sua storia, e grazie al museo i visitatori potranno “camminare” sulle orme di Byron e della sua amata Teresa. L’amore di Byron per Teresa lo trasformò, portandolo a esplorare la foresta pinetale di Ravenna e a incontrare i cittadini impegnati nei movimenti patriottici, i Carbonari, che si spacciavano per “americani”. Questo avvicinamento a movimenti di indipendenza è visto come una delle prime semine del Risorgimento.
Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Ravenna, evidenzia come Palazzo Guiccioli rappresenti sia un’esigenza di utilizzo del Comune sia un sogno di dedicare il luogo al suo illustre abitante. Il sindaco Michele de Pascale lo definisce un “gioiello architettonico” nel cuore della città, un museo unico al mondo dedicato a Byron, al Risorgimento e al Museo delle Bambole.
Palazzo Guiccioli, eretto alla fine del Seicento, passò alla famiglia Guiccioli nel primo Ottocento e fu la residenza di Byron dal 1819 al 1821, un periodo durante il quale fu visitato anche da Percy Shelley e, successivamente, da Oscar Wilde.