L’economia statunitense si sta avviando verso un “soft landing”, secondo un sondaggio del Financial Times. Intervistati nel sondaggio FT-Chicago Booth, economisti prevedono una crescita del PIL del 2,3% nel 2024 e del 2% nel 2025. La disoccupazione rimarrà comunque relativamente bassa, si prevede un aumento al 4,5% entro la fine dell’anno, leggermente al di sopra del tasso attuale del 4,2%, ma comunque considerato storicamente basso. Inoltre, l’indice core delle spese personali, indicatore dell’inflazione preferito dalla Federal Reserve (Fed), dovrebbe scendere al 2,2% dal 2,6% di luglio.
I risultati del sondaggio, che è stato condotto poco prima dell’inizio dei tagli ai tassi di interesse da parte della Fed, suggeriscono che l’economia statunitense sta raggiungendo un equilibrio ottimale post-alti costi di finanziamento: con una crescita robusta, inflazione controllata e un mercato del lavoro solido. La maggior parte degli economisti intervistati non prevede contrazioni economiche nei prossimi anni, un’idea che si allinea con le previsioni della Fed. I funzionari della banca centrale sono ottimisti riguardo alla possibilità di evitare una recessione, purché l’inflazione ritorni ai livelli target.
Jay Powell, presidente della Fed, ha ribadito l’importanza di mantenere un mercato del lavoro forte mentre si compiono progressi verso la stabilità dei prezzi. La Fed dovrebbe ridurre i tassi di interesse, attualmente al 5,25-5,5%, dai massimi degli ultimi 23 anni, anche se il taglio di mezzo punto o di un quarto di punto rimane in discussione. Oltre il 90% degli economisti prevede un taglio di un quarto di punto, mentre il 40% prevede un abbassamento di tre quarti di punto o più entro la fine dell’anno. Entro la fine del 2025, oltre l’80% degli intervistati ritiene che il tasso di politica monetaria si manterrà al 3% o più.
Infine, gli operatori del mercato prevedono attualmente una probabilità del 50% che la Fed decida per un taglio di mezzo punto la prossima settimana e che il tasso venga ridotto di un punto intero entro la fine dell’anno. Questo contesto economico suggerisce una certa stabilità e un’attesa cautamente ottimista per il futuro.