In Italia, nel 2023, duecentomila bambini di età compresa tra 0 e 5 anni vivono in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire un pasto proteico ogni due giorni. Questo dato è emerso dall’Atlante dell’Infanzia (a rischio) di Save The Children, che si concentra sulla condizione dei più piccoli. Tra i bambini in povertà alimentare, l’8,5% del totale si trova prevalentemente al Sud e nelle isole, con percentuali del 12,9%, rispetto al 6,7% del Centro e al 6,1% del Nord. Inoltre, quasi un bambino su dieci (9,7%) ha subito povertà energetica, vivendo in case inadeguatamente riscaldate d’inverno.
Le disparità territoriali sono evidenti anche nella povertà energetica: al Sud e nelle isole, la percentuale è del 16,6%, mentre nel Centro e Nord scende rispettivamente al 7,3% e al 5,7%. Nel complesso, la povertà infantile sta aumentando; nel 2021, la percentuale era all’8,6%. Queste deprivazioni nei primi anni di vita possono avere effetti negativi sulla salute e sul benessere, perpetuando il ciclo della povertà nelle generazioni future.
Save The Children evidenzia la grave situazione demografica con il trend in calo della natalità: nel 2023 si registrano meno di 380mila nuovi nati, mentre il 13,4% dei bambini tra 0 e 3 anni vive in povertà assoluta, cifra che aumenta al 14,8% nella fascia di età tra 4 e 6 anni. Inoltre, i bambini tra 0 e 2 anni rappresentano solo il 2% della popolazione italiana, segnalando un ulteriore squilibrio che si prevede possa aumentare.
Un’indagine di Ifel per Save The Children ha rivelato una “desertificazione progressiva”; nel 2023, in 340 comuni italiani con meno di 5mila abitanti non è nato alcun bambino. Di questi, 72 comuni non hanno bambini sotto i 2 anni. Il Piemonte è la regione con il maggior numero di comuni senza bambini sotto i 3 anni (34), seguita da Lombardia (10) e Abruzzo (8). La Sardegna ha la minore incidenza di bambini da 0 a 2 anni sulla popolazione totale (1,49%), mentre la Provincia di Bolzano presenta il tasso più alto (2,76%).