Nel nuovo ordine mondiale, la Cina comunista emerge come una potenza capitalista, mentre l’Occidente, in particolare l’Italia, sembra essere in declino e ostaggio delle burocrazie. L’epoca delle ideologie tradizionali è stata superata; infatti, Mussolini, Hitler e Stalin si opponevano al capitalismo occidentale, mentre oggi la Cina, un paese comunista, è dominante nel capitalismo globale. Questo fenomeno ha portato alla creazione di una classe di finanzieri cinesi e a un mercato del lavoro con salari inferiori, in un contesto simile a quello del colonialismo.
Il globalismo ha messo i lavoratori occidentali, in particolare europei e americani, in competizione con quelli di paesi a basso costo. Questo ha causato disoccupazione e impoverimento in Occidente, mentre le economie emergenti, come quelle asiatiche, crescono in modo esponenziale. Negli Stati Uniti, si percepisce una “crisi permanente” simile a quella del 1929. I lavoratori italiani, inoltre, si sentono traditi dall’incapacità dei tradizionali partiti di sinistra e dei sindacati di proteggere i loro diritti, ormai dissolti.
In Italia, il problema è accentuato da una burocrazia dilagante e da una classe dirigente che sembra più interessata a mantenere il potere che a tutelare gli interessi nazionali. La transizione dalla tutela dello stato sociale al liberalismo economico ha portato a un aumento della disoccupazione, e il mercato del lavoro italiano si scontra con i prezzi competitivi delle merci cinesi.
Allo stesso tempo, l’Europa perde competitività tecnologica, specialmente nel settore automobilistico, dove le imprese locali faticano a tenere il passo con le cinesi. La richiesta di aiuti pubblici da parte di aziende come Stellantis e Volkswagen evidenzia un sistema economico in crisi. Tuttavia, soluzioni come la protezione delle industrie locali contro i produttori cinesi potrebbero provocare ritorsioni commerciali.
Rimanere competitivi richiederà un cambio di mentalità , favorendo l’iniziativa imprenditoriale e creando un ambiente di libera concorrenza. L’assenza di concorrenza porta spesso a un’evasione fiscale mascherata e a pratiche monopolistiche. Gli imprenditori devono concentrarsi sull’innovazione e sui metodi di produzione efficienti per garantirsi un posto nel mercato. La resilienza economica richiede un equilibrio tra protezione e apertura al mercato globale.