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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Nessun Appello: Condanna Definitiva di Atqaoui a 24 Anni

Non ci sarà un processo d’appello per l’omicidio di Sofia Castelli, il che rende definitiva la condanna a 24 anni per il suo ex fidanzato, Zakaria Atqaoui. Questo verdetto è stato emesso dalla Corte d’Assise di Monza il 12 aprile 2023, presieduta da Carlo Ottone De Marchi. Atqaoui, 23 anni, è stato riconosciuto colpevole di aver accoltellato Sofia nel sonno durante un episodio che ha lasciato la comunità sotto choc. Il suo avvocato, Vainer Burani, ha scelto di non impugnare la sentenza di primo grado, accettando così la condanna.

La Corte ha concesso a Atqaoui delle attenuanti generiche, ritenendo che queste potessero risultare equivalenti alle aggravanti contestate, anche se il pubblico ministero Emma Gambardella aveva richiesto l’ergastolo per la gravità del crimine. L’avvocato della famiglia Castelli, Gabriele Maria Vitiello, ha espresso il suo disappunto per la decisione della Corte, sottolineando che ci sono evidenti elementi di premeditazione e motivi futili alla base del delitto, accompagnati dall’uso di un “mezzo insidioso”. Questi fattori, secondo Vitiello, non possono essere considerati equivalenti alle attenuanti generiche concessi ad Atqaoui.

La vicenda ha sollevato interrogativi sulla giustizia e sulla pena inflitta a chi commette atti di violenza così gravi. La famiglia di Sofia Castelli e i loro sostenitori temono che una condanna di 24 anni non sia adeguata rispetto alla perdita di una vita giovane e delle circostanze orribili dell’omicidio. La decisione di non presentare appello, da parte della difesa, sembra sancire una chiusura del caso, anche se il dolore e la sofferenza per i familiari di Sofia rimarranno per sempre.

In sintesi, la condanna a Zakaria Atqaoui per l’omicidio di Sofia Castelli è diventata definitiva, senza possibilità di appello, suscitando dibattiti e preoccupazioni sulla congruità della pena in relazione alla gravità del reato. L’assenza di un processo d’appello lascia aperti interrogativi sulla protezione delle vittime e sulla necessità di un sistema giudiziario che tenga conto della vita strappata e della premeditazione di atti così violenti.

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