Dopo le dichiarazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sulla necessità di tassare le imprese che hanno registrato alti profitti, i membri della maggioranza di governo hanno subito smentito l’idea che la prossima manovra finanziaria comporterà sacrifici per famiglie e imprese. Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di FdI e sorella della premier Giorgia Meloni, ha ribadito che non ci saranno penalizzazioni per i cittadini e ha criticato l’assistenzialismo della sinistra. Ha paragonato le attuali affermazioni sulla manovra a precedenti paure infondate riguardo l’isolamento dell’Italia in Europa, sottolineando che il governo lavora per il bene delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori.
Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia, ha sostenuto che non ci sarà alcuna nuova tassa mentre il governo è in carica, affermando che il concetto di “extraprofitto” è incomprensibile e che le aziende già pagano le tasse in base al sistema attuale. Ha indicato come potenzialmente recuperabili i dieci miliardi necessari per la manovra attraverso una maggiore efficienza nella spesa pubblica.
Il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha chiesto maggiore attenzione alle parole di Giorgetti, affermando che l’aumento delle tasse non fará parte della strategia del governo. Ha respinto l’idea di un’imposta aggiuntiva per le imprese e ha dichiarato che l’obiettivo è ridurre le tasse, non aumentarle. La narrazione sulla tassa sugli extraprofitti è vista come semplicistica e pericolosa per l’economia; secondo Freni, il dialogo con le banche deve essere costante per rassicurare gli investitori.
Infine, è stato sottolineato che le aziende devono essere sostenute, non ostacolate, in modo da favorire la crescita economica complessiva. Il governo intende esplorare soluzioni fiscali innovative per garantire flussi di cassa allo Stato senza gravare ulteriormente sulle tasche degli italiani. In sintesi, tutte le dichiarazioni della maggioranza puntano a tranquillizzare il pubblico riguardo le future politiche fiscali, evidenziando una gestione rigorosa e mirata della spesa pubblica senza l’intenzione di applicare nuove tasse.
