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mercoledì, Novembre 6, 2024
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No alla proroga del concordato preventivo: i commercialisti pronti allo sciopero

A partire da lunedì 4 novembre, la Commissione Bilancio della Camera avvia quattro giornate di audizioni che si concluderanno giovedì 7 con l’intervento del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. Nel frattempo, il governo ha escluso la possibilità di prorogare la scadenza del concordato preventivo biennale, la cui chiusura è prevista per oggi, ultimo giorno per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi. I commercialisti, insoddisfatti, hanno minacciato uno sciopero. Si prevede che l’importo delle risorse raccolte tramite il concordato sarà noto nella seconda metà di novembre, e il governo considera di utilizzare i proventi per ampliare il taglio del cuneo fiscale per il ceto medio. Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Avs, ha commentato l’assenza di dialogo tra il governo e i professionisti.

La maggioranza lavora anche durante i giorni festivi per apportare modifiche al testo della legge di bilancio. Tra le proposte di revisione vi è la tassazione dei profitti delle criptovalute, con una maggiore progressività rispetto all’attuale aliquota che varia dal 26 al 42%, e norme sulle presenze di funzionari del Mef negli enti che ricevono fondi pubblici. Nonostante i tentativi di approvare la manovra prima di Natale, ci sono preoccupazioni, soprattutto da parte di Forza Italia e Lega, riguardo alla disponibilità dei fondi. Tuttavia, alcune tematiche, come la tassazione sui bitcoin e una maggiore assistenza al ceto medio, sembrano avvicinarsi a una risoluzione.

Antonio Tajani, vice premier e leader di Forza Italia, ha criticato una proposta del Mef che richiederebbe un rappresentante del ministero nei comitati di revisione delle società finanziate dallo Stato, giudicandola inappropriata. Il 6 novembre ci sarà un incontro tra la Lega e il ministro Giorgetti. Oltre a questo, il governo ha programmato un incontro con le parti sociali per il 5 novembre. Giorgetti ha difeso la legge di bilancio presentata al Parlamento, sottolineando che realizza gli obiettivi del Piano per il prossimo triennio e affermando che la stabilità politica e una politica fiscale prudente stanno favorendo la crescita dell’Italia. Tra le questioni rimaste irrisolte c’è quella relativa al fondo automotive, con le associazioni del settore che protestano per un taglio di 4,6 miliardi dei fondi previsti.

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