Il 8 dicembre 2005, durante la marcia commemorativa a Susa, un gruppo di attivisti NoTav si è diretto verso il presidio di San Giuliano, che era stato recentemente sgomberato. Le manifestazioni NoTav, contrarie alla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione, hanno un lungo e significativo percorso, caratterizzato da mobilitazioni, blocchi e manifestazioni pacifiche.
La decisione di entrare nel presidio sgomberato rappresenta un gesto simbolico, segno della determinazione del movimento a non cedere di fronte alle operazioni di sgombero e alla repressione da parte delle autorità. Gli attivisti, infatti, hanno utilizzato questa occasione per riaffermare le loro posizioni e obiettivi, rivendicando la salvaguardia del territorio e la tutela dell’ambiente.
La data dell’8 dicembre riveste un’importanza particolare per il movimento NoTav, che utilizza tali ricorrenze per raccogliere sostegno e mobilitare sempre più persone. Il presidio di San Giuliano era stato un punto di riferimento per le attività del movimento, un luogo di incontro e confronto, e la sua demolizione ha suscitato un forte risentimento tra i sostenitori della causa. L’intervento degli attivisti nel presidio vuol quindi rappresentare un atto di resistenza e una continuazione della lotta contro il progetto dell’alta velocità.
Durante la marcia, sono stati organizzati momenti di riflessione e dibattito, in cui si è messo in evidenza il valore di una protesta che cerca di coniugare la giustizia sociale con la preservazione dell’ambiente. Gli attivisti NoTav continuano a sostenere che il progetto dell’alta velocità comporta un impatto ambientale significativo e una spesa ingente, i cui benefici sono discutibili in relazione ai costi sostenuti dalla comunità.
L’azione a San Giuliano ha suscitato un’ampia copertura mediatica, portando alla luce le tensioni tra le autorità e i movimenti di opposizione. La mobilitazione del 2005 si inserisce in un contesto più ampio di resistenza contro opere ritenute dannose e ha posto le basi per ulteriori azioni di protesta in anni successivi, rafforzando il legame tra gli attivisti e la popolazione locale. Attraverso queste manifestazioni, il movimento NoTav continua a lottare per il proprio diritto di espressione e la salvaguardia del territorio.