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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Non abbiamo visto arrivare la tempesta

Bayesian, parla Giovanni Costantino, fondatore e amministratore delegato di The Italian Sea Group, la società quotata in borsa proprietaria degli asset di Perini Navi di Viareggio che nel 2008 costruì lo yacht affondato vicino Palermo. “Tutto ciò che è stato fatto rivela una sommatoria lunghissima di errori. Le persone non dovevano essere nelle cabine, la barca non doveva essere all’ancora. E poi perché l’equipaggio non sapeva della perturbazione in arrivo? I passeggeri hanno riferito una cosa assurda, e cioè che la tempesta è arrivata inaspettata, all’improvviso. Non è vero. Era tutto prevedibile. Io ho qui davanti a me le carte meteo.”

“Il Bayesian era praticamente inaffondabile”

Costantino è stato intervistato dal Corriere della Sera e non ci sta a vedere sotto accusa quel gioiello a vela che lui definisce “una delle imbarcazioni più sicure al mondo”. Praticamente “inaffondabile”. “Salvo che non imbarchi acqua – dice -. Non c’è un’altra spiegazione. Di sicuro l’evento di Palermo avrebbe rappresentato un rischio pari a zero se fossero state fatte le manovre corrette e se non fossero intervenute delle situazioni che hanno compromesso la stabilità della nave”. E tra le ipotesi della sciagura c’è quella di aver imbarcato acqua: a lanciarla è il Daily Mail che parla di “portelloni lasciati aperti per il caldo.”

Il Bayesian, lo yacht affondato a Palermo

“Non abbiamo visto arrivare la tempesta”

Nella giornata di ieri intanto, il neozelandese James Cutfield, 51 anni, il capitano della Bayesian, è stato interrogato per due ore. Agli inquirenti ha detto di “non aver visto arrivare la tempesta”. Ora rischia di essere accusato di naufragio colposo.

Il navigatore Andrea Mura: “Barca inadatta per affrontare la tempesta”

E su repubblica, il navigatore Andrea Mura che a marzo è diventato il quinto italiano ad aver completato il giro del mondo a vela in solitaria, spiega che il Bayesian era una barca eccezionale. E aggiunge: “Però non è quella che avrei scelto per affrontare una tempesta”. Il fatto è che era una barca di lusso e come tutte le barche di lusso sono “stupende in ogni dettaglio, ma non nascono per situazioni estreme come quella dell’alba di lunedì”.

Avendo un albero altissimo, a causa del vento, lo yacht secondo Mura è finito con più facilità su un fianco: “E’ una nave di lusso, ospita passeggeri che vogliono godersi la crociera. Da quel che so la notte del tornado aveva la deriva alzata e magari teneva anche il tambuccio, cioè l’ingresso per scendere nelle cabine, aperto per rinfrescare l’interno. E’ possibile anche che gli oblò si siano spaccati quando il fianco della nave si è piegato e che il portellone di poppa che ospita il gommone di servizio non fosse ben chiuso. In una situazione così l’acqua entra a centinaia di litri al secondo. La barca non riesce a raddrizzarsi neanche quando la raffica è finita e va a fondo””.

Secondo Mura, la barca potrebbe aver perso stabilità, “perché la deriva abbassata contrasta la forza del vento che tende a piegare la barca di lato, soprattutto quando hai un albero di 75 metri, il più alto del mondo, a fare leva”. Prosegue Mura: “Perché in una notte di maltempo, in cui il meteo ti avverte di guai in vista, il cielo è brutto, a bordo hai ospiti che non sono marinai, ma gente in vacanza, non te ne stai tranquillo in porto? Perché decidi di fermarti in rada sapendo che, bene che vada, non chiuderai occhio per controllare che l’ancora tenga e il tempo non peggiori?”

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