23 Settembre 2024

Non hai il potere di veto, nemmeno da fondatore: posso sospendere i contratti.

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La disputa tra Giuseppe Conte, ex premier e attuale presidente del Movimento 5 Stelle, e il fondatore Beppe Grillo continua a farsi sempre più accesa, come se fosse una trama di una sitcom. Conte ha pubblicato una lunga lettera sul sito del Corriere della Sera, in risposta a una nota di Grillo datata 5 ottobre, nella quale contesta alcune affermazioni del fondatore riguardo al ruolo del Garante del Movimento. Conte afferma che le di Grillo contengono gravi inesattezze, in particolare sull’interpretazione delle norme statutarie e sulla custodia dei valori del Movimento. Sostiene che il Garante non possiede un diritto di veto sulle consultazioni assembleari, sottolineando che la democrazia è un principio fondamentale delle associazioni politiche.

Nella lettera, Conte rimarca che il potere dell’Assemblea degli iscritti è sovrano e che il loro Statuto promuove il confronto democratico e lo scambio di idee. Afferma anche che nessun principio fondante del Movimento è immune da modifiche e che è possibile rivedere sia la Carta dei principi che il simbolo. La questione del nome del Movimento, secondo Conte, non ha limitazioni specifiche e può essere soggetta a revisione. Anche il doppio mandato, indicato nel Codice Etico, può essere modificato tramite consultazione.

Conte conclude la sua missiva sottolineando che Grillo non può esercitare un veto su nessun tema discusso dall’Assemblea. Inoltre, attacca Grillo per le sue esternazioni pubbliche, minacciando di sospendere i contratti pubblicitari e di comunicazione a lui collegati, affermando che le sue affermazioni possono danneggiare l’immagine del Movimento. Sottolinea che l’approccio “dominicale” di Grillo minaccia il principio democratico che ha ispirato la nascita del Movimento, richiamando l’attenzione sulla necessità di mantenere un dialogo aperto e democratico all’interno dell’associazione.

Quest’ultimo scambio di opinioni ha accresciuto le tensioni interne, facendo temere a Conte che le divisioni possano compromettere gli sforzi di rilanciare l’azione politica del Movimento e il coinvolgimento di sostenitori non iscritti, con il rischio di future contese legali e scissioni. La situazione si fa sempre più delicata.

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