“Per favore, il povero non può essere un numero, non può essere un problema o peggio ancora uno scarto. Egli è nostro fratello, è carne della nostra carne”. Queste parole di Papa Francesco sono state pronunciate durante l’assemblea della Diocesi di Roma, tenutasi nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Il Santo Padre ha inoltre sottolineato che i preti e le suore che operano con i poveri non devono essere etichettati come comunisti, chiarendo che questa affermazione è ancora diffusa.
Francesco ha ricordato che i poveri sono sempre tra noi e rappresentano la carne di Cristo, rendendo visibile la sua presenza nel mondo. Ha affermato che Gesù non ci propone una soluzione magica per risolvere la povertà, ma ci invita a portare loro il lieto annunzio. La buona notizia da annunciare ai poveri consiste nel far loro sapere che sono amati dal Signore e che, agli occhi di Dio, sono preziosi. La dignità dei poveri, spesso calpestata dal mondo, è sacra dinanzi a Dio. Tuttavia, il Papa ha fatto notare che i cristiani spesso affermano queste verità a parole, ma poi non compiono i gesti concreti che le renderebbero credibili.
Bergoglio ha espresso la sua soddisfazione per il lavoro quotidiano svolto nella Diocesi da volontari, operatori della Caritas e membri di altre associazioni locali, evidenziando anche il contributo dei cittadini che, nel silenzio, operano per il bene. Nonostante ciò, ha ribadito che la questione della povertà deve essere percepita come un’urgenza ecclesiale, un impegno e una responsabilità che riguardano tutti senza esclusione.
Il Papa ha invitato la comunità a impegnarsi attivamente nella lotta contro la povertà, considerandola un aspetto fondamentale della missione cristiana. È importante riconoscere la dignità e il valore di ogni persona, senza ridurre i poveri a semplici statistiche o a situazioni da risolvere. La sua parola è un appello a guardare i poveri con uno sguardo di amore e solidarietà, per costruire una società che non emargini i più vulnerabili, ma li accolga e li sostenga.