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venerdì, Ottobre 11, 2024
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Non siamo sotto il comando di Israele

Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha espresso una ferma condanna contro gli attacchi israeliani alle basi delle Nazioni Unite nel sud del Libano, di cui fa parte un contingente italiano di oltre mille soldati. Durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, Crosetto ha dichiarato che l’Italia e le Nazioni Unite non prenderanno ordini da Israele, in seguito a segnalazioni secondo cui le forze armate israeliane avevano avvisato Unifil di evacuare alcune basi. Questa situazione è stata definita “inaccettabile” dal governo italiano, con il premier Giorgia Meloni che ha condiviso la stessa opinione.

Crosetto ha descritto gli attacchi israeliani come potenzialmente equiparabili a crimini di guerra, sottolineando che rappresentano gravi violazioni del diritto internazionale e non sono giustificabili militarmente. Ha specificato che le azioni recentemente compiute dalle forze israeliane non possono essere considerate errori accidentali, ma atti ostili deliberati.

La questione è emersa in seguito agli eventi di ieri, quando le forze israeliane hanno preso di mira elementi delle basi Unifil. Sono stati neutralizzati sistemi di sorveglianza e comunicazione nelle basi 1-31 e 1-32A, e sono stati esplosi colpi all’interno della base 1-31, seguito dal sorvolo di un drone. Crosetto ha confermato che la situazione è sotto controllo e il personale è al sicuro.

Il ministro ha inoltre comunicato di aver contattato il suo omologo israeliano, Yoav Gallant, per esprimere una protesta formale riguardo agli attacchi. Ha richiamato l’attenzione sull’inaccettabilità delle azioni messe in atto contro le basi italiane e il contingente di Unifil in generale, sottolineando che, nonostante le garanzie ricevute sulla sicurezza del personale, ogni possibile errore che possa mettere a rischio i soldati deve essere evitato.

Queste dichiarazioni evidenziano un significativo deterioramento delle relazioni tra Italia e Israele in un contesto di crescente tensione in Libano, con il governo italiano che si fa portavoce della necessità di rispettare le norme internazionali e di proteggere il personale impegnato in operazioni di pace.

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