domenica, Ottobre 6, 2024
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Nudo sono venuto, nudo ritornerò

Giobbe è una figura centrale nelle religioni ebraica e islamica, dove è venerato come un simbolo della pazienza. La sua storia, raccontata nella Bibbia, inizia a Babilonia ed è anche fonte di ispirazione per opere letterarie, come il romanzo di Joseph Roth a lui dedicato. Takayoshi Oshima ha esplorato le radici della sua figura nel suo libro “Le poesie babilonesi del pio sofferente”, che ricollega Giobbe all’antica mesopotamia.

Nella Messa cattolica, Giobbe è commemorato in due letture separate all’inizio e alla fine del suo libro, nella prima settimana di ottobre. La narrazione biblica inizia con il demonio che ottiene da Dio il permesso di mettere alla prova Giobbe, un uomo ricco e devoto. Dio stabilisce il limite: il demonio può infliggere sofferenza a Giobbe, ma non può togliergli la vita. La reazione di Giobbe è esemplare; nonostante la perdita delle sue ricchezze e della sua famiglia, egli esprime la sua fede dicendo: “Nudo uscii dal grembo, nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto; sia benedetto il nome del Signore!” Non peccò né attribuì a Dio ingiustizie.

Dopo lunghe discussioni sulla sua sofferenza, Giobbe si rivolge a Dio, riconoscendo la sua grandezza e confessando di aver parlato senza comprensione: “Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto”. Questo atto di umiltà porta a una restaurazione del suo destino: Dio benedisse Giobbe, donandogli fortune superiori a quelle precedenti. Egli ricevette quattordicimila pecore, seimila cammelli, e mille paia di buoi, oltre a una nuova famiglia con sette figli e tre figlie, le cui bellezze erano celebri. Giobbe condivide con le figlie la sua eredità, segnando una notevole innovazione per l’epoca.

Giobbe visse ulteriormente per centoquarant’anni, vedendo generazioni di discendenti. La sua vita rappresenta un fulcro di speranza e di fede instancabile, e il suo esempio di pazienza e integrità è un messaggio universale. La frase finale “Quod est in votis” sintetizza i desideri e le aspirazioni in una vita di fede e resilienza, culminando nel trionfo della virtù.

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