La nuova Commissione Europea è stata approvata dal Parlamento di Strasburgo con 370 voti favorevoli, 282 contrari e 36 astenuti, garantendo così il secondo mandato a Ursula Von der Leyen, presidente dell’ente da dicembre 2019. Von der Leyen, 66 anni, ha avuto una carriera politica significativa come ministro nei vari dicasteri durante il governo di Angela Merkel. Le sue capacità diplomatiche e il suo opportunismo politico si sono rivelati fondamentali per ottenere la rielezione, sebbene le siano costate 31 voti a causa della sua apertura verso i conservatori.
Dopo l’esito positivo del voto, Von der Leyen ha espresso soddisfazione, affermando che era un “bel giorno per l’Europa” e ha promesso di mettere subito al lavoro la sua squadra. Tuttavia, le opposizioni si sono mostrate critiche: Nicola Zingaretti, del PD, ha dichiarato che la Commissione è più debole quando guarda a destra. Anche il Movimento 5 Stelle ha criticato la nuova commissione, definendola “debolissima e di destra”, sostenendo che la sua maggioranza sia eterogenea e destinata a spaccarsi al primo voto utile.
La maggioranza di governo italiana ha mostrato divisioni: Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato a favore, mentre la Lega ha votato contro, insieme al M5S, ai Verdi italiani e alla sinistra. I Socialisti europei e i Verdi si sono spaccati a causa della scelta di Von der Leyen di riconoscere a Fitto una vicepresidenza esecutiva, con il gruppo polacco Pis che ha votato contro nonostante fosse dello stesso raggruppamento di Fitto. I Socialisti tedeschi si sono astenuti.
Per ottenere il supporto necessario, Von der Leyen ha usato una strategia che ricorda il “manuale Cencelli”, un modo per accontentare diverse fazioni politiche. Con un totale di 401 eurodeputati dalla sua parte, più i voti dei Verdi, spera di garantire stabilità alla sua amministrazione, il cui focus prioritario sarà il recupero della competitività europea e il perseguimento degli obiettivi del Green Deal, con piani per la decarbonizzazione e aumento della sicurezza.