La recente Legge di Bilancio, presentata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, stabilisce un tetto alle detrazioni fiscali, garantendo risparmi superiori a un miliardo di euro all’anno. Tuttavia, le nuove misure hanno suscitato preoccupazioni, in particolare per le famiglie senza figli e i contribuenti single con redditi medio-alti. Le persone con un reddito annuo superiore ai 50 mila euro vedranno ridotte le proprie detrazioni, con un impatto significativo per chi supera i 100 mila euro. La normativa modifica il precedente sistema di detrazioni uniformi, che includeva spese mediche e interessi passivi sui mutui. Anche se le detrazioni per le ristrutturazioni edilizie rimarranno valide fino al 2025, si applicheranno solo alla prima casa, mentre l’aliquota per le seconde case scenderà al 36%.
Il governo ha introdotto un nuovo sistema che suddivide i redditi in fasce, collegandoli al numero di figli per determinare le spese detraibili. Di conseguenza, un reddito più elevato e un minor numero di figli comportano minori detrazioni. Le aliquote per la sanità e gli interessi sui mutui rimangono al 19%, ma il cambiamento avrà un impatto concreto sui contribuenti. Un single con un reddito di 50 mila euro senza figli avrà un tetto di detrazione ridotto a 2 mila euro per gli interessi sui mutui, rispetto ai 4 mila euro precedenti. Il viceministro Maurizio Leo ha specificato che le fasce di reddito saranno suddivise in tre categorie: fino a 50 mila euro, da 50 mila a 100 mila euro e oltre 100 mila euro. È cruciale notare che il gettito di questa riforma non sarà utilizzato per incrementare le detrazioni per chi ha figli a carico, ma per ridurre quelle per chi non ne ha.
La nuova normativa, che entrerà in vigore nel 2025, influenzerà le dichiarazioni fiscali del 2026. La riforma prevede anche un sistema simile al quoziente familiare per le spese detraibili, applicato agli interessi sui mutui a partire dal 2025. Inoltre, la detrazione per figli a carico sarà fissata a 950 euro fino ai 30 anni e per disabilità oltre tale età. Tuttavia, le modifiche riguardanti l’assegno unico sono considerate insufficienti. Il Forum delle associazioni familiari ha criticato la misura, evidenziando che molte famiglie hanno rinunciato a borse di studio universitarie e altri benefici, sollevando interrogativi sulle politiche di sostegno alle famiglie in Italia.