I soldati russi schierati al fronte avrebbero ricevuto ordini dai loro comandanti di suicidarsi in situazioni critiche per evitare la cattura. Questa inquietante informazione proviene dalla Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino (Gur), secondo quanto riportato da Ukrinform. Il manuale in questione, che porta un titolo che invita a “mantenere la dignità fino alla fine”, offre istruzioni dettagliate su come compiere l’atto estremo utilizzando un’arma da fuoco o una granata.
Il rapporto afferma che, di fronte a situazioni disperate, il soldato russo è istruito a spararsi alla tempia, sotto il mento o in fronte, sottolineando una drammatica mancanza di vita e speranza tra le truppe russe. Ulteriori dettagli indicano che le istruzioni enfatizzano l’importanza di mantenere la calma e di premere con sicurezza il grilletto. In assenza di armi o munizioni, ai soldati viene suggerito di utilizzare una granata.
L’intelligence ucraina commenta la situazione fornendo una visione inquietante del deterioramento del morale e dell’efficacia dell’esercito invasore russo, definendoli “comandanti macellai”. In questo contesto, viene anche menzionato il progetto ucraino “Voglio vivere”, che incoraggia la resa volontaria dei soldati russi, assicurando loro un trattamento rispettoso delle Convenzioni di Ginevra. Questo programma si propone di ridurre la violenza e le perdite umane, offrendo un’alternativa alle tristi direttive ricevute dai soldati russi.
In sintesi, le informazioni trapelate suggeriscono un clima di totale disillusione e disperazione tra le forze russe, costrette a prendere decisioni estremamente tragiche in situazioni critiche. L’obbligo al suicidio come alternativa all’arrendersi denuncia un quadro preoccupante della morale militare e della condizione psicologica dei soldati russi, rivelando il crollo dell’umanità all’interno dell’operazione bellica in corso.