Il rapporto Istat del 2023 mette in evidenza la significativa differenza nel tasso di occupazione tra laureati e diplomati italiani, con un distacco dell’11%. Tra le persone di età compresa tra 25 e 64 anni, il 84,3% dei laureati è occupato, rispetto al 75,4% dei diplomati. Questo divario aumenta a 15,7 punti percentuali per i giovani sotto i 35 anni che hanno conseguito il titolo negli ultimi tre anni. Pur confermando la correlazione tra livello di istruzione e occupazione, i dati mostrano che il divario occupazionale negli ultimi anni è rimasto in sostanza invariato, con un tasso di disoccupazione del 3,6% per i laureati, rispetto al 6,2% per i diplomati.
Nonostante la crescita nel numero di laureati giovani, l’Italia presenta un tasso di occupazione inferiore rispetto alla media europea, fissato a 87,6%. Quando si analizza l’istruzione dei genitori, emerge come ben il 24% dei giovani con genitori a bassa istruzione abbandoni cedo gli studi, mentre la percentuale scende al 2% se almeno un genitore è laureato.
Il tasso di Neet (giovani non in formazione né al lavoro) ha mostrato un calo significativo, attestandosi al 16,1% nel 2023, rispetto al 19% del 2022. Tuttavia, questo valore rimane elevato in confronto alla media Ue, che è al 11,2%. Tra i giovani di 15-19 anni, l’incidenza di Neet è relativamente bassa (6,3%), mentre aumenta nelle fasce di età superiori, con il 22,7% tra i 25-29enni.
Le differenze di genere sono marcate: la quota di Neet tra donne straniere (35,8%) supera di quasi 20 punti quella delle italiane (16,0%). Anche tra i laureati, la percentuale di occupazione per le donne è superiore di 19 punti a quella delle diplomate, rispetto ai 4,3 punti più elevati tra gli uomini. Le discrepanze con la media europea diminuiscono con il livello di istruzione, risultando più pronunciate tra le donne con basso titolo di studio.
In sintesi, il rapporto evidenzia il valore dell’istruzione per il mercato del lavoro, la persistente disoccupazione giovanile e il gap occupazionale significativo rispetto alla media europea, suggerendo la necessità di interventi per migliorare le opportunità per i giovani in Italia.