Oggi, 8 novembre, è un venerdì nero per chi utilizza bus, tram e metro a causa di uno sciopero nazionale di 24 ore indetto dai sindacati, che include una manifestazione a Roma davanti al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Il traffico ferroviario, invece, è regolare, poiché i dipendenti di Trenitalia, Italo e Trenord non partecipano alla protesta. I motivi dello sciopero sono legati al rinnovo del contratto nazionale scaduto il 31 dicembre 2023, alla mancanza di risorse, all’assenza di politiche di programmazione, alla necessità di una riforma del settore e alla salute e sicurezza sul lavoro.
I sindacati, tra cui Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna, hanno annunciato che quest’oggi non ci saranno le tradizionali fasce di garanzia per proteggere i viaggiatori, contrariamente a quanto avvenuto negli scorsi 19 anni. Durante le fasce orarie a livello locale, sarà garantito solo il 30% del personale viaggiante e i servizi fondamentali, come i collegamenti con porti e aeroporti e il trasporto per disabili e studenti. È stato specificato che devono essere rispettati determinati standard minimi di servizio, come indicato dalla Commissione di garanzia sugli scioperi.
A Roma, il presidio si svolgerà a Porta Pia dalle 10:30 alle 13:30. Secondo i sindacati, questo sciopero unitario è una risposta all’immobilismo di datori di lavoro e governi riguardo alle precarie condizioni del trasporto pubblico locale. Si sottolinea l’insufficienza delle retribuzioni rispetto all’inflazione e l’assenza di risposte sulla riduzione del fondo nazionale per il trasporto pubblico locale, che ha subito tagli diretti e mancati adeguamenti per 15 anni. Queste problematiche hanno portato a una carenza di personale, mezzi inadeguati e infrastrutture obsolete, aggravando le condizioni di lavoro e incrementando gli episodi di aggressione verso il personale.
Le modalità della protesta variano da città a città: a Roma, alcune linee della metro saranno operative, a Milano il servizio è garantito solo in determinate fasce orarie, mentre a Torino e Genova si prevede una riduzione significativa del servizio pubblico.