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venerdì, 20 Dicembre, 2024
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Oil Extravaganza: I migliori oli extravergine d’oliva oltre 8 euro al litro secondo Altroconsumo

Negli ultimi anni, il prezzo dell’olio extravergine di oliva italiano ha mostrato un significativo aumento, iniziato nel 2022 e intensificato fino al 2024, principalmente a causa di difficoltà nella raccolta e produzione. Le quotazioni del litro sono passate da circa 4,50 euro nel gennaio 2021 a oltre 8 euro nell’ottobre 2024, con un riflesso evidente nei supermercati, dove i consumatori hanno visto i prezzi più che raddoppiati rispetto a tre anni fa. Nel 2019, il prezzo medio di una bottiglia da 1 litro era inferiore a 4 euro, mentre nell’agosto 2024 ha superato i 9 euro, segnando un incremento del 112% rispetto al 2021. Anche i marchi economici hanno registrato rincari significativi.

Un’indagine di Altroconsumo, condotta tra marzo e novembre 2024 su 20 prodotti della grande distribuzione, ha evidenziato aumenti compresi tra l’1% e il 12%, con esempi come l’olio Pietro Coricelli, il cui prezzo è passato da 9,76 euro a 10,96 euro al litro. I marchi più colpiti includono Coop, Conad e discount.

Altroconsumo ha anche stilato una classifica dei 20 migliori oli extravergine di oliva per qualità e prezzo. Al primo posto figura il De Cecco 100% italiano, con un prezzo di 11,69 euro, seguito da Filippo Berio (12,43 euro) e Monini Gran Fruttato (12,81 euro). Gli altri oli nella top ten sono vari e comprendono marchi noti come Farchioni, Carapelli, e Coop, con prezzi che vanno da 10,14 a 12,81 euro.

L’elevato aumento dei prezzi è attribuibile a una produzione italiana che non è riuscita a soddisfare la domanda interna, costringendo il Paese a importare olio da Spagna, Grecia e Tunisia. La scarsità globale e la siccità hanno amplificato la situazione, portando a un incremento dei costi all’origine in Italia e Spagna del 30% rispetto all’anno precedente. Si prevede che la produzione in Spagna e Tunisia possa riprendersi, contribuendo a stabilizzare i prezzi. Tuttavia, la situazione in Italia rimane critica, poiché la siccità continua a ridurre la produzione, mantenendo il Paese in una condizione di dipendenza dalle importazioni.

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