Renato Caiafa, un ragazzo di diciannove anni, ha ucciso accidentalmente il suo amico diciottenne Arcangelo Correra, dopo aver trovato una pistola appoggiata su una macchina parcheggiata. Non avendo mai maneggiato un’arma prima, non sapeva se fosse vera o falsa. Durante un momento di “gioco”, un colpo è partito inaspettatamente, colpendo Arcangelo alla testa, e Renato non riesce a credere a quanto accaduto. “Non volevo, non volevo”, ripete piangendo mentre racconta la tragica vicenda agli inquirenti, assistito dall’avvocato Annalisa Recano. Questo evento ha scosso Napoli, una città che sta vivendo un’escalation di violenza con tre giovani uccisi in soli diciassette giorni.
La situazione è allarmante non solo per l’uso di coltelli, ma anche per il crescente utilizzo di armi da fuoco, tra cui pistole scacciacani che vengono modificate per diventare letali. Queste armi, che rappresentano un serio rischio, sembrano finire sempre più spesso in mano a ragazzi molto giovani, creando preoccupazione tra le autorità e la comunità. I fatti recenti pongono interrogativi sulla sicurezza e sul destino delle nuove generazioni, oltre a richiedere un’attenzione urgente per prevenire ulteriori tragedie.