Sulla porta della Corte d’Assise di Venezia, è appeso un nastro rosso contro la violenza sulle donne, mentre il pm Andrea Petroni chiede l’ergastolo per Filippo Turetta, accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Nella sua requisitoria, Petroni menziona il termine “femminicidio” solo per sottolineare che si tratterà di responsabilità individuali, non di riflessioni generali sul tema. Ha come obiettivo principale quello di smontare i tentativi difensivi di minimizzazione riguardo alla premeditazione e crudeltà del delitto.
Turetta, descritto come un giovane di buona famiglia, ha dimostrato comportamenti di stalking già un anno prima dell’omicidio, culminando in un controllo ossessivo nei confronti di Giulia. In un contesto di intensi messaggi, Petroni evidenzia la natura manipolativa e possessiva di Turetta, che non tollerava la libertà della ragazza e tentava di isolarlala. Giulia, nel tentativo di affermare la propria indipendenza, esprimeva il suo malessere e il disagio per la situazione.
Il pm sottolinea che l’11 novembre 2023, giorno dell’omicidio, Giulia aveva già chiarito a Turetta di non voler continuare la relazione. Petroni mostra come Turetta avesse un piano premeditato, documentato in una “lista delle cose da fare” che seguiva nella sua interazione con Giulia. Questo piano è segnalato come un’evidenza chiara della sua intenzione di uccidere.
Il 30 luglio, Giulia parlava con un amico dei comportamenti gelosi di Turetta, mentre questi, nella difficoltà di gestire la situazione, cercava di manipolarla ulteriormente. L’analisi delle ferite inflitte a Giulia, con 75 coltellate, segnala una brutalità e un’evidente intenzione di infliggere sofferenza ben oltre la necessità di uccidere.
Dopo l’omicidio, Turetta occultò il corpo, cercando di nascondere le tracce del suo crimine, ma le sue azioni vennero esposte in aula attraverso le testimonianze degli avvocati della parte civile, i quali richiedono oltre due milioni di euro di risarcimento, affermando che Giulia, pur potendo allontanarsi, temeva per la sicurezza di Turetta. Turetta ha assistito all’udienza senza parlare, mentre il pm anticipa che la giovane età dell’imputato potrebbe emergere come argomento per una pena meno severa.