Il processo derivante dall’operazione “Plastic Free” è giunto alle fasi finali. L’operazione, realizzata nel 2019 dalle forze di polizia e coordinata dalla Dda di Catania, ha disarticolato un gruppo mafioso legato alla ‘stidda’, con quattordici individui accusati di reati gravi. I reati comprendono estorsione, illecita concorrenza, lesioni, ricettazione, detenzione di armi e traffico illecito di rifiuti, tutti commessi con modalità mafiose.
Ieri, il procuratore Alfio Gabriele Fragalà ha presentato la requisitoria al Tribunale di Ragusa, chiedendo condanne per un totale di 150 anni e 9 mesi di carcere. Fragalà ha evidenziato il passaggio dalla criminalità tradizionale a forme più evolute di collusione tra mafia e imprenditoria, in particolare nel settore della plastica, cruciale per l’economia ragusana.
Il Pm ha descritto le dinamiche della rete criminale, composta da imprenditori e personaggi con ruoli intimidatori. Tra gli imprenditori, Giovanni Donzelli, operante nel settore della plastica, ha mostrato contiguità con mafiosi storici, contribuendo a gestire attività illecite. Il figlio, Raffaele Donzelli, ha precedenti penali legati a bancarotte. Questo gruppo include anche Claudio Carbonaro e Salvatore D’Agosta, figure chiave della ‘stidda’, implicate in numerosi omicidi e considerati come forze intimidatrici.
Inoltre, la famiglia Minardi, attiva nella raccolta di plastica, ed Emanuele Minardi hanno un legame con la mafia attraverso una precedente condanna. L’accusa sostiene che Donzelli volesse eliminare la concorrenza e utilizzasse la forza intimidatrice di Carbonaro e D’Agosta per raggiungere i suoi scopi economici. L’intesa criminale avrebbe garantito vantaggi reciproci, riducendo la competizione e aumentando i profitti per Donzelli e i Minardi.
Fragalà ha affermato che l’operazione non ha mostrato segni di intimidazione, ma è stata il prodotto di un accordo economico con chiari ruoli e benefici all’interno del gruppo. Oltre ai reati legati alla mafia, sono stati contestati estorsioni e traffico illecito di rifiuti. Le richieste di condanna specificano pene anche per reati minori, mentre sono state escluse alcune posizioni per prescrizione. Ora seguiranno le difese prima della sentenza finale.