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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Orban a Pontida: ‘Salvini è un eroe, vergognoso il processo!’ e critica Bruxelles

Il trentaseiesimo raduno della Lega si è svolto sul prato di Pontida, dove Viktor Orban ha ricevuto un caloroso benvenuto con applausi e cori. Il premier ungherese ha elogiato Matteo Salvini, definendolo un eroe per aver chiuso i confini e difeso non solo l’Italia, ma anche l’Europa. Orban ha criticato il processo Open Arms, esprimendosi con forza contro la sinistra europea e i burocrati di Bruxelles, accusandoli di compromettere la sovranità degli stati nazionali e di rendere l’Unione Europea un luogo peggiore rispetto a dieci anni fa. Ha accusato Bruxelles di schierarsi nel conflitto tra Ucraina e Russia, invece di favorire la pace, e ha dichiarato che l’Ungheria mantiene un rigido controllo dell’immigrazione, con il numero di migranti illegali pari a zero.

Orban ha avvertito che se continueranno a punirli, l’Ungheria porterà i migranti a Bruxelles per protestare contro le decisioni europee. Prima di Orban, Roberto Vannacci, eurodeputato, ha preso la parola e ha attirato l’attenzione di molti militanti. Vannacci ha ribadito il suo impegno nella Lega, affermando di credere ancora nell’onore e nella parola data. Ha dichiarato che la Lega non si fermerà e ha sottolineato come il supporto per le idee sovraniste stia crescendo in tutta Europa.

Sull’argomento del tesseramento nella Lega, Vannacci ha preferito non rivelare nulla di concreto, limitandosi a esprimere il suo sostegno a Salvini. Ha anche difeso la Lega dall’accusa di estremismo, affermando che rispettano il voto popolare e sono lì per un nuovo corso basato su sovranità, tradizioni e onore. Riguardo alla proposta di cittadinanza avanzata da Tajani, Vannacci ha mostrato disaccordo, sottolineando che la cittadinanza non deve essere né comprata né regalata, ma guadagnata. Ha messo in discussione la logica della doppia cittadinanza, evidenziando che gli stranieri nati in Italia hanno già diritto alla cittadinanza italiana attraverso lo ius sanguinis e ha definito l’idea di concedere la cittadinanza come un fatto non giustificato. Vannacci ha concluso esprimendo la necessità di riflessioni sulla questione della cittadinanza, confrontandole con esperienze di paesi come Stati Uniti e Canada.

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