Chiara Ferragni potrebbe chiedere di essere interrogata dalla Procura di Milano per chiarire la sua posizione in merito alle accuse di truffa aggravata che la coinvolgono, legate ai prodotti di vendita natalizi come il pandoro e le uova di Pasqua. La sua difesa, rappresentata dagli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, sta preparando una memoria dettagliata per contestare le accuse, sostenendo che si tratta di un errore di comunicazione e che non ci sono fondamenti penali nella questione. Secondo i suoi legali, ci sono state già delle risoluzioni in sede di Agcom, con un pagamento di un milione di euro che, a loro avviso, dimostrerebbe la buona fede dell’influencer.
Le indagini, chiuse recentemente, hanno portato alla luce presunti danni ai consumatori a causa di informazioni fuorvianti che avrebbero indebitamente generato profitti per un ammontare superiore a 2 milioni di euro. Ferragni, insieme a Fabio Damato, Alessandra Balocco e Francesco Cannillo, è accusata di aver condotto una campagna pubblicitaria ingannevole, in particolare riguardo al “Pink Christmas” e alle “Uova di Pasqua”. La procura sostiene che i messaggi promozionali non avrebbero chiarito che i fondi raccolti non erano direttamente correlati agli acquisti, ingannando così i consumatori.
Con l’obiettivo di evitare un processo, i difensori di Ferragni hanno intenzione di avviare un confronto con i pubblici ministeri, confidando nel fatto che la loro posizione sarà ascoltata e che successivamente possa essere avanzata la richiesta di archiviazione del caso. Tuttavia, se ciò non accadesse, la Procura potrebbe procedere con l’azione penale. Le accuse si riferiscono a violazioni nella campagna di vendita delle uova di Pasqua, nella quale Ferragni ha ricevuto sostanziose cifre per la promozione di prodotti associati a iniziative benefiche, nonostante la realtà dei pagamenti effettuati non corrispondesse a quanto comunicato pubblicamente.
Gli avvocati di Balocco, d’altra parte, affermano di avere sempre rispettato i consumatori e dimostreranno la correttezza delle loro operazioni. La situazione è complessa, e sebbene Ferragni si ritenga innocente, la sua reputazione e quella delle aziende coinvolte sono in gioco.