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Paralimpiadi: Valentina Petrillo in Semifinale e le Smentite di Gaynet

Valentina Petrillo, la prima velocista trans apertamente riconosciuta a gareggiare alle Paralimpiadi, ha ottenuto la qualificazione per la semifinale dei 200 metri femminili T12. Questo traguardo è arrivato dopo un periodo di forti polemiche. Valentina, originaria di Napoli e ipovedente da 14 anni a causa della sindrome di Stargardt, ha iniziato la sua transizione sociale e ormonale nel 2018. Quest’anno ha ricevuto il via libera dalla World Para Athletics per competere nelle categorie femminili.

Dopo la qualificazione, Petrillo ha sottolineato l’importanza dell’inclusione nello sport: “La prima parola che deve essere messa nell’agenda di chi gestisce lo sport, sia olimpico che paralimpico, è inclusione,” ha affermato. Ha inoltre evidenziato la necessità di trovare soluzioni che rispettino le identità di genere, permettendo a ogni individuo di sentirsi autentico.

La presenza di Petrillo in semifinale è vista dall’associazione Gaynet come una risposta efficace alle accuse di imbroglio sollevate dalla scrittrice britannica JK Rowling, che aveva paragonato la situazione di Petrillo a quella di Lance Armstrong, noto per il doping. Il presidente di Gaynet, Rosario Coco, ha osservato che non solo Rowling dovrebbe riflettere su ciò che scrive, ma anche ricordare come nel suo libro avesse descritto uno sport senza genere, apportando quindi una critica ironica alla sua posizione attuale.

Nella semifinale, Valentina affronterà anche la spagnola Melani Berges, che aveva presentato delle accuse contro di lei, sostenendo che la presenza di Petrillo avesse escluso ingiustamente la donna spagnola non vedente. Coco ha ribadito che l’avvocata di Berges, Aguiar, dovrebbe scusarsi, poiché la polemica sollevata ha alimentato odio transfobico a livello globale, con il rischio che questa situazione sfoci in episodi di violenza.

In questo clima di tensione, Petrillo continua a lottare per la visibilità e l’inclusione nel mondo dello sport, fungendo da esempio per molte persone e ponendo l’accento sulla necessità di un cambiamento culturale che accolga diversità e individualità in tutte le loro forme.

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