Gino Cecchettin, intervistato da La Nove, riflette sull’anno trascorso dall’omicidio della figlia Giulia, sottolineando l’importanza di mantenere un atteggiamento positivo nonostante il dolore. Attraverso un esercizio quotidiano, osserva una foto di Giulia per concentrarsi sui momenti belli e sull’amore che riceve dai suoi cari, piuttosto che lasciarsi sopraffare dalla negatività. Cecchettin percepisce che ogni persona ha il potere di generare “ossigeno” o “anidride carbonica” nei propri ambienti, dove i sentimenti positivi portano a relazioni amorevoli e costruttive, mentre quelli negativi possono intaccare la serenità familiare.
Durante l’intervista, discute anche della sfida di affrontare le difficoltà della vita. Riconosce che non sempre i genitori agiscono nel migliore interesse dei figli cercando di rimuovere tutti gli ostacoli. In realtà, un certo grado di “turbolenza” è fondamentale per la crescita e il rafforzamento dei giovani. Cecchettin enfatizza l’importanza per i ragazzi di affrontare le sfide, imparare a riconoscere gli sforzi necessari per raggiungere i risultati e accettare le sconfitte come opportunità di apprendimento.
In memoria di Giulia, Gino Cecchettin ha fondato la “Fondazione Giulia Cecchettin”, presentata a Montecitorio il 18 novembre. La fondazione ha come obiettivo principale quello di diffondere il messaggio dell’amore attraverso progetti educativi, come l’inserimento di un’ora di educazione all’affettività nelle scuole. Cecchettin spera di insegnare ai giovani che amare è preferibile all’odio, avviando piani didattici sviluppati da esperti nel campo dell’educazione.
In aggiunta, Cecchettin sottolinea la necessità di insegnare ai ragazzi ad accettare le sconfitte, trasformandole in occasioni di crescita personale. Sottolinea che l’unione tra diverse fondazioni e associazioni possa contribuire efficacemente alla lotta contro la violenza e il femminicidio. Infine, Gino Cecchettin afferma con certezza: “Sarò sempre il papà di Giulia”, esprimendo un legame eterno con la figlia.