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sabato, Ottobre 12, 2024
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Partite IVA sotto pressione: quali sono i rischi?

Nel 2023, lo Stato Italiano, attraverso la Guardia di Finanza, ha attuato un’azione decisiva contro le partite IVA irregolari e l’evasione fiscale. La relazione sull’economia non osservata ha evidenziato un incremento significativo degli arresti, con oltre trecento persone fermate per reati tributari, prevalentemente legati a violazioni di IVA e imposte dirette. Le indagini si sono concentrate in particolare sulle società “apri e chiudi”, che sono aziende concepite per essere aperte e chiuse rapidamente al fine di evadere le tasse.

Il meccanismo di queste società prevede tre fasi: la creazione di una nuova partita IVA, una gestione breve dell’attività per effettuare transazioni finanziarie e, infine, la chiusura immediata della società per evitare il pagamento delle imposte dovute, come IVA e imposta sul reddito. Questa pratica fraudolenta è diffusa in Italia e non di rado viene ripetuta da imprenditori che gestiscono più aziende in questo modo.

La Guardia di Finanza ha intensificato i controlli su queste attività sospette, imponendo sanzioni a chi viene trovato in violazione delle norme fiscali. Le conseguenze possono includere multe, sequestri di beni e responsabilità civile e penale. Tuttavia, nel 2023 si è registrato anche un calo nel numero di lavoratori in nero, passando da oltre trentunomila casi nel 2022 a circa ventottomila.

Nonostante il numero stabile di verifiche fiscali, il tasso di evasione scoperta è leggermente diminuito, da seimila e duecento a poco più di seimila. Parallelamente, il Governo ha celebrato un aumento delle entrate tributarie, con un incremento di 23 miliardi, attribuito in parte alla maggiore efficacia dell’autoliquidazione, che permette ai contribuenti di calcolare e versare le imposte IVA autonomamente, senza attendere notifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate.

In sintesi, mentre l’azione contro l’evasione fiscale continua a mostrare risultati, con un numero di arresti in aumento e una flessione dei lavoratori in nero, le autorità fiscali italiane hanno anche trovato una nuova fonte di guadagno, grazie a un sistema di autodichiarazione fiscale più efficiente, contribuendo così a incrementare il gettito complessivo.

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