20 Settembre 2024

Paziente con Chip Cerebrale Controlla Alexa con la Mente

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Un paziente di 64 anni affetto da sclerosi laterale amiotrofica (Sla) è riuscito a controllare l’assistente virtuale Alexa di Amazon utilizzando solo la mente. Questo è stato reso possibile grazie a un impianto collocato in un vaso sanguigno sulla superficie del suo cervello, sviluppato dai ricercatori di Synchron negli Stati Uniti. Grazie a questo avanzato impianto, il paziente è stato in grado di “toccare” mentalmente le icone su un tablet Amazon Fire e completare varie attività, come effettuare videochiamate, riprodurre musica, guardare programmi in streaming, controllare dispositivi domestici intelligenti, realizzare acquisti online e leggere libri.

La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia neurodegenerativa che provoca debolezza muscolare e paralisi, rendendo difficile per i pazienti gestire la propria vita quotidiana. Mark, questo il nome del paziente, ha dichiarato che poter controllare aspetti importanti del suo ambiente e accedere all’intrattenimento attraverso la mente gli restituisce un’importante indipendenza che stava perdendo. Questo progetto di ricerca mira a dimostrare come gli utenti dell’impianto possano utilizzare il pensiero per gestire dispositivi di casa intelligente compatibili con Alexa, come telecamere, prese e termostati.

Tom Oxley, fondatore e CEO di Synchron, ha sottolineato che, mentre le attuali tecnologie per case intelligenti si basano principalmente su comandi vocali o touch, il loro sistema invia segnali di controllo direttamente dal cervello, utilizzando unicamente il pensiero. Questo approccio innovativo rappresenta un passo avanti significativo nelle interfacce neurali e nell’assistenza per le persone con disabilità.

Risultati simili sono stati osservati in altre aziende, come Neuralink, fondata da Elon Musk, che sta sviluppando tecnologie per collegare il cervello ai computer. A gennaio, Neuralink ha installato un impianto cerebrale su un uomo paralizzato a causa di un incidente subacqueo. Questi sforzi collettivi evidenziano come la scienza stia compiendo progressi notevoli nel migliorare la qualità della vita delle persone con malattie debilitanti, offrendo loro nuovi strumenti per interagire con il mondo circostante.

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