Un uomo condannato a morte per l’omicidio di un autostoppista avvenuto trent’anni fa in Alabama ha subito l’esecuzione mediante inalazione di azoto, un metodo recentemente introdotto e utilizzato per la terza volta nel mondo. Il procuratore generale dello Stato, Steve Marshall, ha annunciato che l’esecuzione di Carey Grayson è stata effettuata con successo. Tuttavia, esperti delle Nazioni Unite hanno sollevato preoccupazioni riguardo a questo metodo, affermando che potrebbe essere considerato una forma di “tortura” e violare il diritto internazionale.
Durante l’esecuzione, Carey Grayson, di 49 anni, ha mostrato segni di disagio scuotendo la testa quando il gas ha iniziato a entrare nella maschera. Testimoni hanno riferito che l’uomo ha ansimato per diversi minuti prima di perdere conoscenza. L’evento si è svolto nel penitenziario di Holman ed è stato il 22esimo caso di pena capitale negli Stati Uniti dall’inizio dell’anno, con tutte le altre esecuzioni avvenute tramite iniezione letale, eccetto queste tre effettuate in Alabama.
La controversia sull’inalazione di azoto come metodo di esecuzione rimane alta. Mentre alcuni stati stanno cercando metodi alternativi alle iniezioni letali, l’Alabama è all’avanguardia nell’implementazione di questo nuovo procedimento, attirando l’attenzione di media e organismi internazionali. In precedenti esecuzioni simili, ci sono state segnalazioni di reazioni inquietanti che hanno sollevato interrogativi sull’umanità di questo metodo.
Il caso di Grayson riaccende il dibattito sull’etica della pena di morte e sui metodi di esecuzione consentiti. Organizzazioni per i diritti umani e attivisti potrebbero intensificare le loro campagne contro la pena capitale in generale e specificamente contro metodi che considerano disumani o inefficaci. L’uso dell’inalazione di azoto potrebbe, dunque, rappresentare una nuova frontiera nelle discussioni sui diritti civili e sulla giustizia penale negli Stati Uniti e oltre. Mentre alcuni vedono la possibilità di progressi nel campo delle esecuzioni, altri avvertono di come tali misure possano contraddire principi fondamentali di dignità e rispetto per la vita umana.