Nel contesto previdenziale italiano, la pensione anticipata è un’opzione ambita per chi desidera lasciare il lavoro prima di raggiungere l’età pensionabile standard. Con l’avvicinarsi del 2025, sono molti coloro che si interrogano su come accedere a questa possibilità a 60 anni. Recenti riforme e proposte legislative hanno presentato prospettive interessanti per i lavoratori con un lungo percorso lavorativo, desiderosi di godere di un riposo meritato in anticipo. È fondamentale mantenere aggiornate le informazioni sulle modifiche normative che il governo potrebbe introdurre, poiché le regole relative alla pensione anticipata possono subire variazioni in base alle politiche previdenziali.
Tra le misure rilevanti, la “Quota 100” offre la possibilità di andare in pensione anticipata con un’età minima di 62 anni e 38 anni di contributi, ma non è immediatamente accessibile per chi ha soli 60 anni. La “Quota 41”, invece, è rivolta ai lavoratori precoci, già attivi in giovane età, che possono beneficiare di questa opzione con almeno 41 anni di contributi. Altre opportunità sono offerte dall’opzione donna, che permette alle lavoratrici di ritirarsi anticipatamente con 35 anni di contributi e un’età minima di 58 anni. Nel 2025, potrebbero esserci revisioni che consentirebbero anche alle donne di 60 anni di accedere a questo beneficio, ma le penalizzazioni economiche legate al calcolo della pensione con il sistema contributivo devono essere prese in considerazione.
Un’ulteriore alternativa per chi non rientra nelle categorie precedenti è l’Ape Sociale, un’indennità statale che consente di anticipare la pensione fino a tre anni e sette mesi rispetto all’età di pensionamento di vecchiaia. Questa misura è riservata a lavoratori in situazioni di disagio, come disoccupati di lunga durata, caregivers, invalidi civili e chi svolge lavori usuranti.
Per poter richiedere la pensione anticipata, è necessaria una procedura specifica che inizia con la raccolta della documentazione relativa alla carriera lavorativa e ai contributi versati. È possibile poi rivolgersi all’INPS per presentare la domanda. In aggiunta, potrebbe essere utile avvalersi dell’assistenza di un patronato o di un consulente del lavoro per garantire la completezza e correttezza della documentazione necessaria.
